15 domande per evitare il fallimento del Grande Progetto
Un sindaco e un presidente della Regione che non hanno mai partecipato di persona ad una riunione del Comitato portuale; preoccupazioni sul ruolo di Logica (la società messa in liquidazione dall’Ap nel maggio 2012 e “senza alcuna struttura tecnica”) che tornerebbe in campo per “sostenere più direttamente i grandi progetti della portualità”. Inoltre, mancanza di copertura economica e di valutazioni tecniche su progetti pure importanti come il prolungamento della Diga Duca d’Aosta e l’installazione di pannelli solari sulla diga foranea.
Il rimpallo di responsabilità sulla stasi del porto di Napoli si arricchisce di un nuovo capitolo. E mentre il Commissario Dassatti ridisegnava le deleghe dirigenziali “punendo i colpevoli” dell’impasse burocratica, i dipendenti dell’Ap scendevano in campo denunciando sul quotidiano Repubblica il tentativo di delegittimare il loro ruolo. Con quindici domande, affidate a una pagina a pagamento, da cui emergerebbe una sostanziale mancanza di coordinamento e di indirizzo all’interno dell’ente stesso e tra le istituzioni.
Dalle mancate convocazioni del Comitato portuale all’inazione rispetto ai ritardi romani sulla nomina del nuovo Presidente, i quesiti entrano nel merito dei ritardi accumulati dall’avvio del Grande Progetto Porto di Napoli, tentando di ristabilire le reciproche responsabilità. A cominciare dall’approvazione (28 luglio 2011) delle “Linee Guida” da parte del Comitato fino alla delibera per la costituzione dei gruppi di lavoro interni all’Ap (R.U.P., supporto al R.U.P., progettisti) che arriva ben 10 mesi dopo. “Perche a fronte della scadenza del 30 luglio 2012 (adozione PRP, approvazione progetti)”, chiedono i dipendenti, “non vi era agli atti alcuna documentazione tecnica preliminare per quasi tutti i 12 progetti, necessaria per l’elaborazione degli stessi”? Perplessità anche sull’effettivo costo dei progetti. Stando alla ricostruzione contenuta nel documento, ad esempio, i lavori alla Diga Duca D’Aosta ammonterebbero a 36 milioni di euro mentre il Grande Progetto ne stanzia appena 20. Mentre per il capitolo “viabilità portuale” mancherebbe l’acquisizione di disponibilità da parte degli attuali concessionari.
Chiedendosi retoricamente “chi rema contro?” la pagina si chiude con un riferimento al prossimo presidente dell’Ap che suona come più di una bocciatura per l’esperienza napoletana di Dassatti: “una persona nuova – la richiesta – che abbia le caratteristiche di competenza e professionalità in termini manageriali e nel settore marittimo portuale”.