• 23 Novembre 2024 15:25

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Assoporti, Unioncamere più semplificazione e più sostenibilità nei porti italiani

Nel 2011, il contributo al valore aggiunto prodotto nel nostro paese dalle filiere riconducibili all’economia del mare ammontava a 41,2 miliardi di euro, con un’incidenza del 2,9%. sul totale della ricchezza prodotta nel Paese. Al fine di sfruttare al massimo le potenzialità del settore, Assoporti e Unioncamere hanno siglato un protocollo d’intesa “per migliorare l’efficienza, la sicurezza e la sostenibilità ambientale nella gestione delle aree portuali, dei retroporti e delle strutture di accesso alla rete terrestre e ai centri logistici”. Obiettivo prioritario:  semplificare gli adempimenti amministrativi che riguardano le attività legate all’economia del mare grazie ad una più stretta collaborazione tra i diversi enti del settore (Autorità portuali, Capitaneria di porto e Agenzia delle dogane) così da realizzare soluzioni innovative capaci di diminuire i costi della burocrazia “blu” e velocizzare gli scambi commerciali. “L’economia del mare – spiega il presidente di Unioncamere, Ferruccio Dardanello – è come un ‘cuore blu’ che pulsa al fondo del sistema produttivo del Paese. Una risorsa strategica straordinaria che in questi anni di crisi ha continuato a battere anche a ritmi più veloci rispetto al resto dell’economia.  Abbiamo il dovere di assecondare questo battito per sostenere i territori e aiutare l’Italia a ritrovare il percorso della crescita. Una delle vie prioritarie è certamente quella della semplificazione delle attività d’impresa che ruotano intorno al mare. Un obiettivo che potremo raggiungere solo facendo sistema tra tutte le istituzioni coinvolte ed è per questo che l’intesa con Assoporti riveste un valore strategico di primo piano in questa direzione.”

Attraverso il protocollo, Unioncamere e Assoporti intendono anche avviare processi di collaborazione e scambio di buone pratiche replicabili nei territori, per promuovere e  diffondere azioni e progetti tesi al miglioramento delle strutture operative, oltre che la condivisione del rispettivo patrimonio informativo per attività di analisi e di monitoraggio, anche con riferimento ad specifiche esigenze professionali inerenti il settore marittimo e portuale. I campi su cui lavorare sono molteplici. “In termini settoriali – sottolineano le due associazioni – il contributo più significativo è quello legato alle attività turistiche e di somministrazione, con una quota di valore aggiunto pari al 31% di tutto il comparto del mare. A notevole distanza seguono sullo stesso livello le attività di ricerca (18,0%), la cosiddetta filiera della cantieristica (che raggruppa sia la produzione e riparazione di imbarcazioni che quella distributiva) che sfiora il 16% e il trasporto marittimo di merci e passeggeri che si ferma al 15,5%”.  “Questo accordo”  – afferma Luigi Merlo, Presidente di Assoporti – “è importante in quanto sancisce una cooperazione tra il settore portuale rappresentato dall’Associazione dagli enti di gestione degli scali portuali maggiori in Italia e dal settore delle imprese rappresentato da Unioncamere. Sono certo che riusciremo insieme a dare la giusta spinta in avanti per l’Economia del Mare, tanta cara ad entrambe le associazioni e tanto preziosa per il nostro Paese”. Si tratta, quindi, di un settore di fondamentale importanza per molti dei nostri territori ma, soprattutto quello legato al trasporto merci, è rilevante per la competitività del sistema paese nel complesso, anche alla luce dei nuovi orientamenti emersi in sede dell’Unione,  sia con la Blue Growth che attraverso le diverse iniziative nell’ambito della strategia marittima, tra cui le Reti TEN-T e le autostrade del mare.