• 24 Novembre 2024 05:29

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G7 Agricoltura e Pesca. Panunzi, “Necessario fare rete per rilanciare la competitività dei prodotti ittici”

“La pesca non è solo un settore economico ma deve diventare un presidio ambientale e culturale delle nostre coste. Per trasformare la pesca in un fattore di sviluppo sostenibile c’è bisogno di integrare la pesca e l’acquacoltura all’interno delle grandi strategie del nostro Paese.

La creazione di cluster bio-economici d’impresa della pesca e dell’acquacoltura, attraverso interventi regionali di promozione e valorizzazione delle Aree marine ecologicamente attrezzate per la pesca e l’acquacoltura, rappresenta l’unica risposta concreta alla necessità di applicare un approccio ecosistemico e sostenibile nell’uso delle risorse marine, creando contemporaneamente le condizioni favorevoli allo sfruttamento delle risorse del PNRR messe a bando”.

Lo ha dichiarato il Presidente del Dipartimento Nazionale Pesca UN.I.COOP.:  Gian Matteo Panunzi, in occasione del Divinazione Expo al G7 Agricoltura e Pesca a Siracusa.

“E’ quindi fondamentale, per una gestione integrata della bioeconomia marina e per la protezione della biodiversità, avviare un sistema di governance territoriale partecipativa applicata a livello intersettoriale, che coinvolga non solo le organizzazioni della pesca e dell’acquacoltura (O.P) e il settore della logistica, ma anche la ricerca (enti di ricerca, università, start-up innovative) ed eventualmente i soggetti pubblici”.

Per Panunzi: “Le Organizzazioni di produttori della pesca e dell’acquacoltura dovranno saper fare rete tra loro non solo a livello territoriale, ma anche nazionale sia per accrescere la competitività dei prodotti ittici sul mercato nazionale e internazionale che per attirare nuove risorse pubbliche e private. A tale riguardo, è necessario che la nuova Commissione trovi con pragmatismo l’equilibrio tra sostenibilità e competitività e che si realizzi una nuova governance del Mediterraneo in cui tutti i Paesi mediterranei peschino con le stesse regole.

Inoltre – conclude Panunzi – la formazione di figure ad ampio spettro di competenze è coerente con le richieste dell’approccio ecosistemico e del New Green Deal, che propone una riorganizzazione radicale e strutturale dei nostri sistemi produttivi e di consumo, rivelandosi particolarmente rilevante per la gestione di progetti complessi”.