• 23 Gennaio 2025 06:10

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Il nuovo scenario dei porti italiani: un sistema tra sfide storiche e contemporanee

Diredazione City

Gen 22, 2025

 di Roberto Rubboli, Vice Presidente Assologistica – Il settore portuale italiano è oggi al centro di un intenso dibattito, segnato da problematiche che spaziano dai cambiamenti geopolitici globali ai ritardi
infrastrutturali interni. La posizione geografica, la diversità delle merci movimentate e le differenze economiche tra nord e sud del Paese rendono la situazione particolarmente complessa, ma anche rappresentativa delle sfide strategiche che l’Italia deve affrontare per preservare il ruolo  chiave dei suoi porti nel panorama internazionale.

Impatto delle crisi globali sui porti italiani. Le recenti crisi internazionali, in particolare i conflitti in Medio Oriente e la guerra tra Russia e Ucraina, hanno pesantemente influenzato i traffici portuali italiani, soprattutto nell’Adriatico, area strettamente legata economicamente ai territori coinvolti. L’instabilità delle rotte e le incertezze nei trasporti stanno modificando profondamente le dinamiche commerciali, imponendo analisi adattamenti continui da parte degli operatori.

Problemi storici e infrastrutturali. Alle difficoltà generate dagli scenari globali si sommano i ritardi infrastrutturali che da anni
penalizzano il sistema portuale nazionale: connessioni ferroviarie e stradali inefficaci, burocrazia farraginosa e sovrapposizione di competenze tra enti di controllo aggravano il divario competitivo dell’Italia rispetto ad altri Paesi europei. A questo si aggiungono le incertezze legate alla riforma portuale e le disparità nell’applicazione delle normative, che scoraggiano gli investimenti e rallentano lo sviluppo del settore

Innovazione, formazione e transizione ecologica. Mentre il rinnovo del Contratto Nazionale di Lavoro ha portato a progressi significativi, rimangono aperte questioni cruciali come il fondo pensionistico per i lavori usuranti e l’informatizzazione delle operazioni portuali. La difficoltà nel reperire personale qualificato e i costi legati  dalla transizione ecologica – dall’elettrificazione delle banchine alla regolamentazione delle emissioni  dei vettori marittimi – sono ulteriori elementi di criticità che necessitano di interventi mirati.

Verso una nuova governance per i porti italiani. Per affrontare queste sfide, è urgente una governance più efficiente e coordinata, capace di integrare visioni strategiche a lungo termine con investimenti adeguati. Solo così sarà possibile garantire ai porti italiani il ruolo di hub strategici per l’economia nazionale, valorizzando al contempo la pluralità delle gestioni imprenditoriali private sotto il controllo pubblico. La proliferazione del “gigantismo navale” e la concentrazione della gestione dei servizi portuali in pochi grandi gruppi imprenditoriali sono ulteriori fattori che richiedono un’attenzione particolare, per evitare squilibri economici e minacce alla competitività.

L’Italia ha oggi un’opportunità unica per rilanciare i propri porti come pilastri di un sistema economico resiliente e competitivo. Con un approccio integrato che unisca innovazione, sostenibilità e formazione, il settore portuale può tornare a essere un motore di sviluppo strategico per l’intero Paese.