• 13 Aprile 2025 00:30

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Accordo IMO sui carburanti marittimi. T&E “Una vittoria per il multilateralismo ma un fallimento per il clima”

I decisori riuniti a Londra hanno concordato per la prima volta un quadro normativo che spingerà le navi ad abbandonare i combustibili fossili. T&E avverte che le regole – così come sono – porteranno a un massiccio aumento nell’uso di biocarburanti di prima generazione, che causano deforestazione e un aumento delle emissioni.

I negoziatori dell’organismo marittimo delle Nazioni Unite (IMO, International Maritime Organization) sono riusciti a trovare un accordo che potrebbe salvare il multilateralismo, ma che rischia di provocare la distruzione delle foreste pluviali incentivando l’uso di biocarburanti di prima generazione (come l’olio di palma o di soia)”. Questo l’allarme lanciato da Transport & Environment (T&E), principale organizzazione indipendente europea per la decarbonizzazione dei trasporti, secondo cui la misura non sarà sufficiente a raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione fissati dallo stesso organo delle Nazioni Unite appena due anni fa.

Nel 2023, l’IMO – che rappresenta il trasporto marittimo mondiale – si era infatti impegnata a raggiungere l’obiettivo di zero emissioni nette entro il 2050, con degli obiettivi intermedi di riduzione delle emissioni del 30% al 2030 e dell’80% al 2040. L’incontro di questa settimana avrebbe dovuto stabilire regole chiare e vincolanti per aiutare gli Stati membri a raggiungere tali traguardi. Tuttavia, le misure appena approvate permetteranno, nel migliore dei casi, di conseguire riduzioni delle emissioni ben inferiori: appena il 10% al 2030, il 60% al 2040, fallendo raggiungere l’obiettivo di zero emissioni nette al 2050, secondo T&E.

Cosa prevedono le regole adottate – Per la prima volta verrà istituito un quadro normativo a livello dell’IMO che permetterà di generare delle (limitate) entrate per finanziare la decarbonizzazione del settore. Ma, come evidenzia l’analisi svolta da T&E, i fondi generati saranno insufficienti ad incentivare i carburanti puliti (come gli efuels) e a garantire una transizione giusta ed equa. Il sistema approvato introduce degli obiettivi di riduzione delle emissioni per le navi, introducendo delle sanzioni finanziarie, per quelle che non rispetteranno tali obiettivi, che potranno essere pagate acquistando Unità Correttive (Remedial Units, RU). Al contrario, le navi che supereranno gli obiettivi di decarbonizzazione potranno generare Unità in Eccesso (Surplus Units, SU), da utilizzare in futuro o vendere ad altre navi. Sono inoltre previsti incentivi finanziari per l’uso di carburanti a emissioni zero o quasi zero.

Le criticità del sistema – Il sistema di pricing – così come disegnato attualmente – presenta una grave criticità: esenterà dal pagare le penalità sul carbonio (tramite le RUs) per circa il 90% delle emissioni in eccesso del settore. Secondo l’analisi di T&E, questo sistema genererà circa 10 miliardi di dollari l’anno fino al 2035, ma la modalità e i tempi di distribuzione di tali fondi dipenderanno fortemente dalla creazione di un Net-Zero Fund a livello IMO, che probabilmente richiederà tempo prima di diventare operativo.

In assenza di regole più stringenti sulla sostenibilità, biocarburanti dannosi come l’olio di palma e di soia, che causano deforestazione, rischiano di diventare l’opzione di conformità più appetibile, poiché saranno i carburanti più economici sul mercato in grado di rispettare le regole IMO. L’aumento di questi biocarburanti potrebbe, paradossalmente, causare un aumento disastroso delle emissioni se non verranno presi immediatamente provvedimenti per limitarne l’uso. Una precedente analisi di T&E ha mostrato che, senza adeguate distinzioni che limitino l’uso di biocarburanti ad alto rischio ILUC [1] – l’accordo IMO potrebbe causare un aumento delle emissioni di 270 Mt CO₂e nel 2030, rischiando di compromettere l’intero sforzo di decarbonizzazione, soprattutto in assenza di certezze di lungo termine necessarie a stimolare gli investimenti nei carburanti verdi più scalabili.

Carlo Tritto, Sustainable Fuels Manager di T&E Italia, ha dichiarato: Il multilateralismo non è morto. Nonostante un contesto geopolitico turbolento, l’accordo IMO crea un contesto regolatorio favorevole per l’adozione di carburanti alternativi per il trasporto marittimo. Purtroppo saranno i biocarburanti di prima generazione, che causano la deforestazione delle foreste, a ricevere il maggiore impulso per il prossimo decennio. In assenza di migliori incentivi ai carburanti sintetici derivati da idrogeno verde, sarà impossibile decarbonizzare questo settore altamente inquinante. Ora la palla passa ai singoli Paesi che dovranno adottare politiche nazionali per offrire una possibilità concreta ai carburanti verdi.”