Modalità di assunzione del personale e maggiore trasparenza sui dati relativi all’organico dell’Autorità portuale di Napoli. In un’interrogazione parlamentare firmata dal deputato Luigi Di Maio, il M5S chiede conto dello stato di crisi del porto di Napoli aprendo un nuovo fronte sulla gestione dell’ente portuale di questi ultimi anni. Dopo un primo incontro con gli operatori dello scalo, iniziativa nata con l’obiettivo di “conoscere da vicino” le criticità che stanno frenando le banchine partenopee, il M5S porta direttamente in Parlamento la questione del reclutamento del personale. Alla base della richiesta gli sviluppi di un’analoga iniziativa da parte dell’onorevole Tidei sul presunto abuso delle “chiamate dirette” da parte dell’Ap di Civitavecchia. Stando ad una nota del direttore generale della direzione per i porti del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (24 gennaio 2014) le Autorità portuali erano esortate, proprio in risposta all’istanza di Tidei, a fornire “la comunicazione relativa alle modalità di assunzione del personale con relativa documentazione (bandi per la selezione del personale indicando le modalità di pubblicizzazione degli stessi) e nel caso di chiamate dirette, specificare le professionalità per le quali si è deciso di utilizzare tale tipologia di assunzione, anziché la selezione pubblica”. Richiesta che l’Ap di Napoli non avrebbe soddisfatto poiché, spiega Di Maio, “la sezione amministrazione trasparente dell’Autorità è mancante nella divulgazione dei dati, come invece previsto dal decreto legislativo n. 33 del 2013, in quanto non sono pubblicati i documenti che riportino alla dotazione organica complessiva in essere”. Con l’ultimo concorso pubblico risalente al 2005, l’Ap di Napoli prevede, secondo la delibera del comitato portuale n.35 del 27 luglio 2004, una pianta organica di 133 unità lavorative; in realtà, stando ai dati della relazione annuale 2012, l’ultima disponibile on-line, il contingente occupato al 31 dicembre del 2012 conterebbe 102 unità. Da qui l’interrogativo se “l’Autorità portuale di Napoli abbia provveduto alla comunicazione relativa alle modalità di assunzione del personale e consegnato la relativa documentazione alla direzione generale per i porti e se la stessa abbia ottemperato alle formalità richieste dalla normativa vigente”. Tra le altre criticità individuate dall’interrogazione la questione dei canoni, la mancata verifica dei piani industriali, il ritorno alla gestione ordinaria, la crisi dei traffici dovuta al non adeguamento delle infrastrutture che ha portato ad una perdita del 25% del traffico container. “Questo scenario – sottolinea Di Maio – fa prevedere nell’immediato inevitabili crisi lavorative con ripercussioni anche sui livelli occupazionali finora garantiti dalle imprese operanti nel porto di Napoli e riflessi negativi su un tessuto economico produttivo, già molto provato, come quello napoletano e campano”.