L’associazione punta alla risoluzione dei nodi che franano il comparto
I terminalisti italiani devono lavorare congiuntamente, senza distinzione di specializzazione, collocazione o dimensione dell’impresa per superare il momento di difficoltà economica. È il messaggio che arriva da Napoli dove si è svolta la riunione del Raggruppamento Terminalisti Portuali di Assologistica. Il Raggruppamento, si è espresso favorevolmente per una strategia di dialogo mirato ad azioni congiunte con tutte le componenti nazionali interessate al terminalismo portuale, allo scopo di affrontare celermente alcuni temi riguardanti il futuro del settore. Tra questi l’IMU sui capannoni e gli spazi aperti dei terminal portuali; la trasparenza nella determinazione dei canoni concessori, che presentano dislivelli troppo alti tra un porto e un altro; una maggiore trasparenza dei dati statistici, adottando criteri uguali per tutti che distinguano i traffici transhipment da quelli di carico diretto. A margine si è svolta anche la riunione del Raggruppamento Territoriale Assologistica dei terminalisti e operatori terrestri del porto di Napoli, coordinato da Francesco Tavassi. “E’ un segnale molto importante che finalmente a Napoli, porto strategico per l’economia non solo regionale ma nazionale, si stia costruendo una forte compattezza tra le società associate sui temi locali comuni,” ha dichiarato il Segretario Generale di Assologistica, Francois Daher. “Già si stanno raccogliendo i primi effetti positivi, anche riguardo le relazioni con altre realtà associative. Assologistica guarda alla riforma ed ai distretti logistici – nel senso di individuare le aree di maggior concentrazione di consumo e/o di produzione industriale dotate delle necessarie infrastrutture (porti, interporti e aeroporti) – per facilitare i percorsi delle merci, salvaguardando il lavoro di tutti i terminal e di tutti i porti italiani nelle loro diverse funzioni di mercato”.