Scendono in sciopero, con le modalità proprie del ruolo, anche i servizi tecnico nautici del porto di Napoli. In una nota unitaria rimorchiatori, ormeggiatori e piloti esprimono “forte preoccupazione per le numerose e sistematiche iniziative con le quali si prevedrebbe il ricorso al libero mercato in sostituzione del modello che l’attuale disciplina normativa ha opportunamente previsto per i citati servizi”. Il riferimento è alla sostanziale liberalizzazione del mercato cui tenderebbero gli indirizzi della riforma portuale. Ricordando la parte svolta in recenti operazioni particolarmente critiche, come l’arrivo della Concordia a Genova e le operazioni condotte sulle unità Gokbel e Norman Atlantic, i rappresentanti dei servizi sottolineano il ruolo di “presidio affidabile e professionalmente preparato, che, tra l’altro, ha permesso e permette di attenuare le conseguenze degli evidenti e noti limiti infrastrutturali che caratterizzano i nostri porti, consentendo a navi di sempre maggiori dimensioni di inserire nelle proprie rotte anche i nostri scali”.
Il documento di Ormeggiaotri, Rimorchiatori e Piloti
Per il prossimo 6 marzo le Segreterie Nazionali FILT CGIL, FIT CISL e UILTRASPORTI hanno proclamato uno sciopero di 24 ore dei lavoratori portuali e di 12 ore dei servizi tecnico nautici di ormeggio, pilotaggio e rimorchio.
Tale iniziativa si giustifica, fra l’altro, come reazione ai tentativi posti in essere in diverse sedi istituzionali per scardinare il modello organizzativo dei servizi tecnico nautici, così come definito nell’art. 14 della legge 84/94.
Peraltro, in considerazione dei noti orientamenti della Commissione di garanzia sull’attuazione della legge sullo sciopero, in quella giornata verranno, comunque, assicurate tutte quelle prestazioni indispensabili a garantire il godimento dei diritti della persona costituzionalmente tutelati nonché quelle rese a favore di navi impiegate per il trasporto di beni deteriorabili o indispensabili all’approvvigionamento energetico.
Si tratta di un fatto che testimonia in modo inequivocabile la natura di servizio pubblico essenziale del pilotaggio, del rimorchio e dell’ormeggio e la prevalenza di tale caratterizzazione rispetto a qualsiasi iniziativa e diritto sindacale.
Dobbiamo, pertanto, esprimere la nostra forte preoccupazione per le numerose e sistematiche iniziative con le quali si prevedrebbe il ricorso al libero mercato in sostituzione del modello che l’attuale disciplina normativa ha opportunamente previsto per i citati servizi.
Si tratterebbe di un vero e proprio stravolgimento dell’attuale assetto organizzativo, che risponde a criteri di efficienza e di funzionalità, alle esigenze dei porti e della Pubblica Amministrazione; tanto più che tale assetto organizzativo prevede anche modalità di accesso al mercato di ognuno di tali servizi coerenti con criteri di trasparenza e di pubblicità.
Ci troviamo in presenza di un mercato per definizione “regolato”, che deve garantire una sicura navigazione in acque congestionate e con ristretti ambiti di manovrabilità.
Quanto sopra sotto la direzione, la vigilanza e il controllo dell’Autorità Marittima i cui compiti e le cui funzioni, nel garantire la sicurezza della navigazione nelle acque portuali e costiere, sono essenziali e non possono essere messi in alcun modo in discussione.
L’ormeggio, il pilotaggio ed il rimorchio rappresentano, quindi, in porto e lungo le coste italiane, un presidio affidabile e professionalmente preparato, che, tra l’altro, ha permesso e permette di attenuare le conseguenze degli evidenti e noti limiti infrastrutturali che caratterizzano i nostri porti, consentendo a navi di sempre maggiori dimensioni di inserire nelle proprie rotte anche i nostri scali.
Giova rilevare con riferimento alla fase di ormeggio del relitto della Concordia, che l’attracco in porto, viste le condizioni dell’unità, è stato reso possibile solo grazie alle particolari doti professionali dei servizi tecnico nautici coinvolti nell’operazione; i sopravvissuti dell’equipaggio della nave turca Gokbel, naufragata a seguito della drammatica collisione accaduta fuori dal porto di Ravenna, sono stati tratti in salvo grazie alla professionalità e al coraggio dei STN del posto, giunti, nonostante le proibitive condizioni, sul punto del disastro; il salvataggio del traghetto Norman Atlantic, incendiatosi al largo delle coste pugliesi, è stato possibile solo grazie al pronto ed efficace intervento dei STN che, nonostante le condizioni meteo proibitive, hanno provveduto prima ad estinguere l’incendio e poi ad effettuare il rimorchio e l’ormeggio in porto a Brindisi, solo per citare alcuni noti e recenti episodi. Questi interventi rappresentano una chiara dimostrazione del valore e dell’efficacia dei tre servizi tecnico nautici, sempre a disposizione del porto e assoggettati ai poteri autoritativi dell’Autorità Marittima, alla quale è, fra l’altro, affidato il compito di stabilire le tariffe delle relative prestazioni da determinarsi in virtù di un procedimento pubblico, trasparente e adeguatamente partecipativo. Per queste considerazioni gli enti erogatori dei servizi condividono i timori da più parti manifestati, riguardanti i negativi effetti sulla sicurezza dei nostri porti dovuti ad un’organizzazione dei servizi tecnico nautici diversa da quella in vigore.