• 24 Novembre 2024 19:54

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Clia, sul rallentamento delle crociere pesa lo stallo di Venezia

In Italia la crocieristica genera 102 mila posti di lavoro, un terzo di tutta l’Europa

L’Italia resta il paese europeo che più beneficia dal settore crocieristico, ma il 2014 ha visto un forte rallentamento del settore mentre i paesi concorrenti, al contrario, accelerano la loro crescita. E’ quanto emerge dai dati rilasciati oggi da CLIA, l’associazione internazionale delle compagnie crocieristiche, e presentati in conferenza stampa a Roma. I numeri mostrano che il contributo economico del settore crocieristico in Europa ha registrato un nuovo record, raggiungendo 40,2 miliardi di euro nel 2014, +2,2% rispetto al 2013. Questa crescita ha permesso la creazione di quasi 10 mila nuovi posti di lavoro in tutta Europa legati al settore, che salgono ora a quota 349 mila.   L’Italia è una delle destinazioni più ambite, un mercato di provenienza dei crocieristi di grandi dimensioni e un Paese leader mondiale nella costruzione di navi. L’economia italiana è quella che, in Europa, più beneficia dalla crocieristica con oltre 4,6 miliardi di euro di impatto economico diretto nel 2014 e oltre 102 mila unità di lavoro a vario titolo coinvolte dal comparto (pari a quasi un terzo del totale europeo). Il 2014, però, ha rappresentato una battuta di arresto: l’impatto economico del settore in Italia è cresciuto solo dello 0,7%, contro il 2,5% dell’anno passato e contro le percentuali degli altri Paesi.  La Germania è cresciuta del 6,3%, la Francia del 3,9%. A pesare sulla crescita italiana è principalmente  lo stallo di Venezia. Secondo uno studio commissionato da CLIA sugli effetti del settore crocieristico per l’economia di Venezia, la situazione di incertezza relativa alla possibilità per le navi di accedere a Venezia sta comprimendo i benefici economici in modo molto sostanziale: sono 40 i milioni di euro in meno in termini di spesa diretta totale per il biennio 2014-2015[. Gli effetti negativi di questo stallo, inoltre, ricadono non solo sul territorio veneziano, ma sull’intera regione dell’Adriatico.  Tutti i porti adriatici – da Bari ad Ancona e Ravenna, da Dubrovnik a Kotor – stanno risentendo dello stallo veneziano: l’Adriatico ha registrato meno 113,5 milioni di euro di spesa diretta totale.  “Secondo tutti gli indicatori, l’Italia si conferma uno dei poli principali della crocieristica a livello globale. Tuttavia è allarmante il rallentamento del settore nel 2014, cresciuto solo dello 0,7% mentre i concorrenti guadagnano terreno e crescono a ritmi molto più veloci. In questo momento pesa molto lo stallo di Venezia. La situazione di incertezza che si protrae ormai da diversi anni sta generando conseguenze pesanti non solo sull’economia veneziana, ma sull’intera regione adriatica. E’ necessario trovare urgentemente una soluzione per le navi da crociera a Venezia. Se lasciassero la città lagunare, ci sarebbe un forte rischio per l’intero Adriatico che potrebbe essere escluso dalle rotte crocieristiche”, ha detto Francesco Galietti, direttore nazionale di CLIA Italia. “Il turismo crocieristico – ha dichiarato il Vice Presidente di Federturismo Confindustria, Roberto Perocchio –  è una materia strategica d’interesse nazionale con evidenti ricadute positive anche in termini occupazionali. Sono molti gli operatori dell’ospitalità  che possono contare sul traffico crocieristico per determinare una parte del proprio fatturato: hotel, ristoranti, vettori di trasporto pubblico e privato, negozi, musei, terminal aeroportuali e reti ferroviarie. L’impatto economico generato dalle crociere nei singoli territori e città è indubbio: se da un lato genera ricchezza dall’altro comporta un forte afflusso di turisti che si deve saper gestire. Nel caso specifico di Venezia ci auguriamo che ogni scelta sulle modalità di gestione pubblica di questa grande risorsa abbia come priorità la salvaguardia dell’immagine di efficienza turistica che la città si è conquistata negli anni con enormi investimenti.