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Patto per la Campania, previste le Zes nei porti di Napoli e Salerno

DiGiovanni Grande

Apr 27, 2016

Avvio delle procedure per l’istituzione di una Zona Economica Speciale per le aree portuali e retroportuali di Napoli e Salerno. E’ quanto prevede, tra gli altri punti, il Patto per lo sviluppo della Regione Campania firmato nei giorni scorsi dal Presidente del Consiglio Matteo Renzi e dal Presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca. L’intervento, nell’ambito del capitolo “Sviluppo Economico e Produttivo” (oltre 3 miliardi i costi previsti sui complessivi 9,5 dell’intero Piano), impegnerebbe circa 300 milioni di euro. I due scali marittimi sono stati individuati come le aree più idonee al rilancio degli investimenti privati incentrato sul meccanismo delle free zone. Primo passo concreto verso la loro istituzione il via libera di Bruxelles. La procedura comunitaria, infatti, prevede che gli incentivi previsti non siano assimilabili ad aiuti di Stato e che persistano reali condizioni di disagio economico e occupazionale.
L’idea delle Zes portuali in Campania era stata lanciato nell’autunno scorso dall’assessore alle Attività Produttive Amedeo Lepore. Lo stesso Lepore aveva annunciato nel corso del tradizionale brindisi di fine anno organizzato da Assoagenti alla Stazione Marittima di Napoli l’inizio dei colloqui con la presidenza del Consiglio.
Il Patto per lo sviluppo della Regione Campania definisce gli interventi di primaria rilevanza da realizzare per lo sviluppo socio-economico della Campania, nell’ambito della definizione del Masterplan per il Mezzogiorno. L’intesa contiene interventi per un valore complessivo di 9.558.244.000 eurodi cui 2.780 mln a valere sul Fondo di Sviluppo e Coesione 2014–2020 ed ulteriori 6.778.244.000 su Fondo Sviluppo e Coesione 2007-2013, Piano Azione Coesione, CIPE, Leggi di scopo, Programma Operativo Complementare 2014-2020 ovvero su Fondi strutturali europei inseriti in strumenti di programmazione nazionale (PON ciclo 2014-2020) e/o regionale (POR Campania 2014–2020). Gli assi di intervento riguardano le infrastrutture, l’ambiente, lo sviluppo economico e produttivo, la scuola, università e lavoro, turismo e cultura, e la sicurezza e la cultura della legalità.