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Greenport, Venezia presenta le sue pratiche “green”

DiGiovanni Grande

Ott 12, 2016

Dopo Barcellona e Copenaghen, gli organizzatori della conferenza internazionale Greenport, hanno scelto quale partner per l’edizione 2016 il porto di Venezia che ha riunito oltre 200 tra esperti e delegati del settore portuale e ambientale in una quattro giorni di dibattiti e incontri. L’Autorità portuale ha presentato le azioni “green” intraprese in questi anni per investimenti pari a 380 milioni di euro. Tra queste, il ripristino del waterfront portuale, l’escavo e la pulizia dei canali portuali, studi e monitoraggi per la salvaguardia ambientale, il tentativo di fare di Venezia l’hub logistico dei nuovi carburanti per l’Alto Adriatico attraverso il ricorso ad energie alternative e gas naturale liquefatto (GNL).
Non solo innovazioni tecnologiche ma anche iniziative per migliorare e limitare le esternalità del trasporto marittimo e terrestre. “Servono – spiega l’Ap – innovazioni radicali nel sistema di trasporto capaci di mettere in pratica la de-carbonizzazione delle catene logistiche, così come previsto dalla strategia COP21. Soluzioni che solo il lavoro congiunto di operatori logistici, enti pubblici e imprese possono contribuire a realizzare”.
Da questo punto di vista l’ente portuale fida moltissimo sul suo Offshore-Onshore Port System (VOOPS). “Un nuovo terminal container per gestire le mega navi, posizionato fuori dalla laguna, capace di far seguire alle merci il percorso più breve lato terra, il più efficiente percorso tra Asia ed Europa lato mare nonché il minor consumo di carburante lungo la stessa rotta”. Il progetto, attraverso lo sfruttamento delle economie di scala, dovrebbe assicurare il costo minimo di trasporto terrestre all’interno della catena logistica. “Venezia è, geograficamente, la porta più vicina al centro dell’industria manifatturiera europea. Lato mare, sulla rotta Suez-Monaco di Baviera, passare per Venezia significa ottenere un risparmio di 135 kg di CO2 per ogni contenitore trasportato rispetto alla scelta di inoltro attraverso i porti del Mare del Nord”.
Un’altra questione chiave per l’Autorità Portuale di Venezia, fortemente legata alla tutela della Laguna e dei suoi abitanti, è la qualità dell’acqua. Nel corso degli ultimi anni, l’Ap ha sviluppato una profonda conoscenza dei possibili impatti derivanti dal deflusso delle acque piovane negli spazi portuali e il loro impatto lavorando ad un approccio a 360° per il trattamento delle acque meteoriche. “L’Autorità Portuale, a partire dal 1999, ha inizialmente sperimentato una serie di impianti tradizionali con la semplice separazione fisica delle acque di prima pioggia (5/7 mm) dalle acque di seconda pioggia. Una soluzione che però non risolveva il problema della presenza di alcuni tipi di inquinanti, soprattutto metalli, che non possono essere rimossi per semplice sedimentazione”.
Così, proprio a Venezia è stato sviluppato un approccio totalmente nuovo, basato su impianti di trattamento a filtrazione passiva. “Il nuovo approccio permette infatti di trattare non solo la prima pioggia, ma la totalità dell’evento meteorico abbattendo notevolmente le sostanze inquinanti”.