Genova – si è svolta a palazzo San Giorgio il congresso internazionale degli ormeggiatori, organizzato da Angopi, Eba e Ibla l’Associazione di categoria che rappresenta unitariamente gli interessi degli ormeggiatori e dei barcaioli in sede internazionale, nazionale e locale. In modo particolare l’Angopi: Tutela la professione dell’ormeggiatore e del barcaiolo attraverso l’unità, il collegamento e il coordinamento dei Gruppi associati. “Requisiti professionali dei Servizi Tecnico-Nautici, Funzioni e Competenze dello Stato nel nuovo quadro Normativo Europeo” ha visto la partecipazione di oltre 200 addetti ai lavori arrivati dai 15 paesi europei associati EBA e dalle delegazioni sud americane, nord africane ed extra ue associate ad IBLA, tutti per seguire le ultime novità intervenute nel settore con la direttiva UE 352 /2017 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 15 febbraio 2017, che istituisce un quadro normativo per la fornitura di servizi portuali e norme comuni in materia di trasparenza finanziaria dei porti. Presenti anche personalità del mondo armatoriale, istituzionale e accademico a dimostrazione dell’alto contenuto congressuale. Cesare Guidi presidente di ANGOPI fa gli onori di casa– sottolinea nel suo intervento l’opportunità di seguire una formazione concorde in tutta Europa, evidenzia lo stretto ed indissolubile legame che stringe a doppio giro l’Autorità Marittima ed i Servizi Tecnico Nautici (STN) nella fattispecie ormeggiatori/barcaioli ulteriore braccio operativo delle stesse Capitanerie di Porto. Non ultima la sottoscrizione dell’accordo per la creazione di team operativi misti Piloti/Ormeggiatori per fronteggiare particolari situazioni di emergenza in mare con rapidi spostamenti attraverso i mezzi navali e gruppo elicotteri della GC. Alessandro Serra presidente EBA – brevemente ma in modo preciso ed esaustivo presenta lo stato attuale dell’arte, l’exursus della normativa EU: “Un percorso legislativo avviato 15 anni fa con le direttive De Palacio che finalmente ha visto la luce con un regolamento europeo che regola il nostro settore, che chiarisce l’esistenza di un legame tra la nostra attività servizio di ormeggio e la sicurezza della navigazione in ambito portuale». Serra tocca anche l’aspetto dei costi del servizio, facendone notare la congruità degli stessi in riferimento anche al mantenimento degli obblighi di servizio pubblico. La norma EU riconosce la figura dell’internal operator che bene si addice a quella dell’ormeggiatore/barcaiolo, fondamentale importanza si da alla formazione, percorso intrapreso già da diversi anni dagli ormeggiatori. L’importanza ora è definire con chiarezza gli standard minimi porfessionali per l’accesso alla professione e trasfondere nell’ordinamento EU le linee guida IMO. L’Ammiraglio Giovanni Pettorino ha sottolineato la norma nazionale che a pieno titolo inserisce i STN di ormeggio e battellaggio nella categoria di sicurezza portuale, svolgendo gli stessi un ruolo importante soprattutto in quei porti dotati di infrastrutture spesso vecchie di un secolo e facendoli restare competitivi nonostante il gigantismo navale. Stefano Martinelli da encomio all’attività Angopi/Eba per l’attività svolta in sede di preparazione del nuovo testo EU. E’ svanita l’idea equivoca del modello di mercato liberalizzato per i servizi nei porti che poteva mettere a rischio la sicurezza portuale. Nel nuovo testo si da dignità alla professione dell’Ormeggiatore/Barcaiolo, alla formazione certificata necessaria e fondamentale per ottenere e mantenere il ruolo professionale legato alla sicurezza marittima/portuale. Salini conclude evidenziando l’aspetto pubblico del servizio d’ormeggio, che è stato elemento fondamentale per il raggiungimento dei risultati normativi attuali. Il Presidente IBLA Marco Mandirola fa dei prossimi obiettivi della sua associazione, l’applicazione delle linee guida IMO sulla formazione e l’istruzione minima degli ormeggiatori come da circolare FAL. Il Segretario Generale IMO Kitack Lim intervine con un video messaggio. Il messaggio esplicitamente da atto dell’importante funzione di sicurezza dei servizi d’ormeggio soprattutto nella delicata fase di arrivo e partenza della nave. L’IMO da sempre promuove la sicurezza in mare ed in porto e quindi apprezza di buon grado la strada della formazione costante e continua di chi esercisce la professione di ormeggiatore. Questo sforzo è apprezzato da tutto il mondo marittimo. Dal convegno viene fuori man mano anche l’importanza dello spirito di squadra da avere nell’esercizio dei STN. A sottolinearlo è l’intervento del Comandante Generale del Corpo delle Capitanerie di Porto Amm. Isp. Capo Vincenzo Melone. Lo stesso con un aforismo rende bene l’idea del lavoro di squadra “nessuna catena è più forte del suo anello più debole”. La catena va vista nel suo insieme e non a camere stagne. E’ necessario lo spirito di squadra tra i STN di Ormeggio-Pilotaggio-Rimorchio, sapientemente coordinati dall’autorità marittima, ed i n questo il modello italiano è sempre più da esempio per le realtà marittime-portuali di tutto il mondo. Il corpo delle Capitanerie con il superiore MIT ha di fatto voluto fortemente l’istituzione del forum della sicurezza portuale e la creazione che ha dato già i suoi frutti nelle sue due edizioni, dando vita ai team operativi misti per le emergenze in mare ed all’Osservatorio permanente sui STN. Di particolare interesse anche l’intervento di Galluccio che attraverso l’opera del sindacato dice, la formazione e l’opera di recepimento delle linee guida IMO saranno all’ordine del giorno. La formazione necessaria dovrà essere opportunamente certificata per garantire anche la specialità della professione dell’Ormeggiatore-Barcaiolo. Anche dall’Europa con gli interventi di Victor Jimenez e del segretario generale FEPORT arrivano compiacimenti per gli standard ottenuti dagli ormeggiatori italiani ed europei in linea con il mondo del lavoro che cresce e si evolve negli anni, riconoscendo la figura professionale dell’ormeggiatore e la `delicatezza´ della funzione delle attività di ormeggio, ma anche le novità tecnologiche che vedono il porto di Genova all’avanguardia nella sperimentazione di nuovi strumenti che permettono maggiore sicurezza nelle operazioni.