• 26 Novembre 2024 07:01

Seareporter.it

Quotidiano specializzato in politica dei trasporti marittimi

Costa Concordia, a breve l’aspirazione del carburante

Foschi: “Niente lavoro nero a bordo”

 

Le operazioni attorno al relitto della Concordia, sospese nella prima mattinata per via delle condizioni del vento e del mare, sono riprese. I palombari della Marina hanno fatto esplodere una micro carica per ingrandire il varco sul ponte 3 agevolando il passaggio dei sommozzatori. Parallelamente un responsabile dei Vigili del Fuoco segue costantemente le operazioni per raccordarle agli interventi di ricerca dei dispersi.

Riguardo  gli accertamenti in corso da parte dell’ARPAT sulla  macchia fluorescente notata ieri vicino alla nave Concordia – che la Capitaneria di Porto ha preliminarmente associato a idrocarburi leggerissimi, defluiti  dal lavaggio esercitato dalle onde all’interno della nave – si attendono gli esiti delle analisi.

Sempre stamattina Martijn Schuttevaer, portavoce dell’azienda olandese Smit Salvage incaricata di svuotare il bunker di Costa Concordia, ha affermato che “tra oggi e sabato sarà possibile cominciare le operazioni di foramento delle casse”. Ai buchi, ha precisato, saranno collegate due flange. “Con una sarà spinta aria nel bunker, con l’altra aspirato il carburante”. Unico fattore “imponderabile” secondo l’olandese, le condizioni meteorologiche, anche se ha detto Shuttevaer “lo scafo risulta in qualche modo protetto dal promontorio”.

Pier Luigi Foschi, intanto, difende la compagnia nel corso di un’audizione al Senato terminata nel pomeriggio. “E’ impensabile – ha affermato – che una compagnia come Costa crociere, con il suo patrimonio di esperienze, si possa permettere di avere a bordo di una sua nave dei clandestini. Sui nostri accessi a bordo c’è un sistema all’avanguardia. Tutti sono fotografati e registrati con un codice. Dal 2003 abbiamo una certificazione sul lavoro e siamo gli unici ad averla adottata. I nostri fornitori devono certificare di non utilizzare lavoro minorile”.   

Negando qualsiasi tipo di autorizzazione per la pratica dell’inchino (desisione “presa autonomamente dal comandante Schettino”) Foschi ha fatto luce sul mistero della “scatola nera rotta”. “C’era un inconveniente segnalato il 10 gennaio e l’11 mattina i tecnici si sono messi in contatto con l’azienda costruttrice. Si è evidenziato un piccolo problema di coordinamento, ma che non ha inficiato la trasmissione dati e la capacità di leggere la scatola nera”.