Agenzie marittime e autotrasportatori verso la definizione di provvedimenti per agevolare la viabilità genovese e garantire l’efficienza delle operazioni logistiche
Genova 31 agosto 2018 – Una delle problematiche messe in evidenza dall’autotrasporto a seguito del crollo del viadotto Morandi, riguarda gli spostamenti sull’asse Est-Ovest dei camion che devono scaricare e caricare container vuoti nei depositi interni e nei terminal portuali. Un tema che riguarda almeno 1200 vetture al giorno, secondo i dati riportati dalle associazioni datoriali dell’autotrasporto.
Le prime misure concordate, sulle quali le agenzie rappresentanti le compagnie di navigazione si sono impegnate, riguardano la ripartizione del parco vuoti sui due principali bacini, in modo da permettere lo scarico e il ricarico sullo stesso asse verticale (A26 per Voltri-Pra’ e A7 per Sampierdarena); il bilanciamento import-export su Genova; la ricognizione e l’individuazione delle aree da adibire a deposito in ciascuno dei due bacini, in base alla effettiva necessità di spazi; la richiesta congiunta insieme alle associazioni dell’autotrasporto di estendere gli orari dei terminal e dei depositi dalle 4 alle 22, previo nulla osta da parte dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar ligure Occidentale.
«Il rischio più grande che potrebbe verificarsi insieme alla paralisi del traffico – dichiara Alberto Banchero, presidente Assagenti – riguarda la carenza di mezzi per trasportare la merce, che al momento devono sopperire anche all’interruzione dei traffici ferroviari diretti al bacino di Sampierdarena, stimati in circa 2300 contenitori a settimana, e devono affrontare percorsi chilometrici più ampi». Insieme alle misure di tipo logistico si lavorerà nei prossimi giorni per ridurre sensibilmente i tempi di attesa a causa di inefficienze funzionali e documentali, per permettere alle vetture di concludere i viaggi nel minor tempo possibile.
«Dobbiamo lavorare come se avessimo due porti separati, Sampierdarena e Voltri-Pra’ – spiega Banchero – le nostre aziende stanno facendo un grande sforzo di riorganizzazione logistica in questi giorni per trovare un nuovo modus operandi. Ogni cambiamento repentino porta con sé problematiche, che vengono alla luce ora dopo ora e a cui vengono trovate soluzioni in continuo divenire. Gli operatori stanno lavorando al massimo delle proprie capacità per ridurre anche la minima inefficienza del sistema, attività che in queste ore è diventata prioritaria. Ci aspettiamo che ognuno faccia la sua parte, compresi gli organi di governo, dai quali aspettiamo concretezza da almeno due settimane e da cui, invece, stiamo ricevendo solo silenzi sui provvedimenti urgenti, intollerabili a fronte di quello che stiamo subendo».
Per quanto riguarda altre tipologie di merce, uno dei traffici più a rischio sono i carichi speciali, cosiddetti project cargo: «Una tipologia di merce – dice Banchero – che per dimensioni di carico transitava dalla A26 per raggiungere il bacino di Sampierdarena ed essere imbarcata. È difficile che alle condizioni di viabilità attuali possa essere mantenuto, l’A7 è sicuramente un tratto di difficile percorrenza per i mezzi preposti al trasporto. La problematica è stata portata alla luce da alcune delle nostre associate e la affronteremo a stretto giro sui tavoli competenti».
* La logistica dei contenitori vuoti è una delle componenti fondamentali dei flussi di traffico sia in import sia in export, dalla cui gestione efficiente dipende il loro incremento. Inoltre, è uno dei punti centrali dell’impatto delle attività portuali sulla città.
Il “ciclo” dei contenitori vuoti prevede che il carico che sbarca in porto venga affidato a un trasportatore che lo porta a destinazione, lì il contenitore viene svuotato e successivamente trasportato in deposito a Genova. Al momento della prenotazione del carico in esportazione, lo stesso contenitore viene prelevato dal deposito dal trasportatore che lo porta prima a riempimento e successivamente in porto per essere imbarcato.
Il numero di container vuoti presenti sul territorio a disposizione di ciascuna Compagnia marittima è quindi frutto di previsioni delle agenzie marittime sui flussi import ed export e varia sensibilmente quando i traffici si sbilanciano verso una o l’altra voce. Si parla di saldo negativo quando l’export è maggiore dell’import e si ha necessità di avere sul territorio uno stock maggiore di vuoti da portare al carico, si parla di saldo positivo quando l’import è maggiore dell’export e si ha necessità di “evacuare”, quindi di spedire via nave, i container vuoti verso altri porti.
Generalmente, dopo agosto e dopo il periodo natalizio, il saldo è molto positivo, a causa del rallentamento export dovuto alla chiusura delle industrie.
Lo stock tecnico di ogni compagnia sul territorio (situato nei depositi o terminal portuali) è doppio rispetto ai volumi di traffico export, questo perché il container impiegato in importazione può essere riutilizzato dopo circa dieci giorni, a conclusione del ciclo logistico e documentale.
Secondo i dati raccolti da Assagenti, sono circa 25 mila in media, i container vuoti stoccati sul territorio genovese.