Assologistica e il suo ramo formativo Assologistica Cultura e Formazione, assieme al magazine Euromerci, organizzano la 14a edizione dell’evento che premia manager e aziende che hanno innovato nel nostro settore. Big del mondo della logistica, dei trasporti e delle infrastrutture si confronteranno sui temi dell’intermodalità nella tavola rotonda che precede l’assegnazione dei premi
Milano, 10 ottobre 2018 – E’ iniziato il conto alla rovescia per l’edizione 2018 del Premio Il Logistico dell’Anno, evento organizzato da Assologistica (l’associazione nazionale degli operatori di logistica in conto terzi), dalla sua divisione formativa Assologistica Cultura e Formazione e dal magazine Euromerci. La manifestazione, che premia l’impegno innovativo di manager e aziende, avrà infatti luogo venerdì 26 ottobre 2018 (ore 9,00-13,00) presso l’auditorium Gio’ Ponti di Assolombarda, in via Pantano 9, a Milano.
Come ogni anno numerose sono state le aziende candidatesi al premio, con progetti in alcuni casi davvero molto innovativi e interessanti, soprattutto per quel che concerne aspetti quali la Sostenibilità ambientale e l’ICT (Information and Communication Technology, anche in chiave 4.0). Nel corso dell’evento verranno consegnati anche premi riservati a manager, imprenditori e professionisti che – nel loro specifico ambito d’azione – si sono rivelati particolarmente dediti all’evoluzione del nostro settore. Immancabile infine l’attribuzione della Borsa di Studio Alvaro Spizzica (sponsorizzata dal CIM – Centro Intermodale di Novara) e riservata a un neo-laureato particolarmente meritevole per avere elaborato una tesi con apporto di novità o analisi significative per il mondo della logistica.
Nella prima parte della mattinata la premiazione sarà – come sempre – preceduta da un convegno- tavola rotonda, che quest’anno si intitola “Trasporto intermodale: quali idee, progetti e soluzioni per una logistica moderna ed efficiente?”, moderato dal giornalista Massimo De Donato.
Non tutti sanno che il 2018 è stato proclamato dalla UE anno della multimodalità, in sintonia con la politica dei trasporti dell’Unione, in base alla quale entro il 2030 un terzo del traffico merci oltre i 350 chilometri dovrà spostarsi su ferro. Del resto gli esperti confermano che l’intermodalità risulta essere strategica per un utilizzo ottimale delle differenti modalità trasportistiche, specie sulle medie e lunghe distanze, con anche un impatto ambientale più contenuto rispetto all’unica modalità rappresentata dal trasporto su gomma: si calcola che mediamente il trasporto intermodale riduca le emissioni di CO2 del 55% rispetto al solo tutto-strada.
Ma per essere una vera alternativa l’intermodalità richiede impegno e sviluppo di idee e progetti che ne favoriscano la diffusione, portando il nostro settore verso soluzioni sempre più green nelle quali convenga investire da parte di tutti i suoi stakeholder. Senza trascurare il ruolo delle infrastrutture e delle istituzioni, che dovranno supportare con decisione un processo che ha ancora lentezze e criticità. Certo tutto questo può comportare un cambio di passo e paradigma non sempre facile da compiere, ma che purtuttavia occorre avere il coraggio di effettuare, dal momento che – stante l’attuale situazione – tra il 2020 e il 2030 i trasporti su strada saranno responsabili del 50% della produzione mondiale di CO2, di cui il 40% ascrivibile al trasporto su gomma delle merci.