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Porto di Baia. Rimosso il relitto della motonave “Sassari Primo”.

DiCatello Scotto Pagliara

Ott 22, 2018

Il relitto della motonave Sassari primo, incagliata nella rada del Porto di Baia da oltre 33 anni, è stato finalmente rimosso.

Napoli, 22 ottobre 2018 – Il porto di Baia è stato interessato fino al 2005 dalla presenza di altri quattro relitti di navi abbandonate, oltre a quello del “Sassari Primo”, che costituivano un serio pericolo, sia per la sicurezza della navigazione portuale, sia per l’ambiente marino. Peraltro, l’intero specchio acqueo del porto di Baia, nonché la prospiciente rada sono caratterizzati dalla presenza di un sito archeologico sommerso, costituito dai resti di una città romana risalente al I sec. Per la tutela del sito archeologico fu istituito il “Parco Archeologico sommerso di Baia” (con Decreto Interministeriale del 7.8.2002) e successivamente, in considerazione della necessità di tutelare il sito sia sotto il profilo della sicurezza che sotto quello della conservazione dei reperti archeologici, nel 2005 la Presidenza del Consiglio dei Ministri emanò un’Ordinanza con cui il Comandante della Capitaneria di porto di Napoli veniva nominato “Commissario delegato” per la realizzazione di interventi finalizzati al compimento delle attività di caratterizzazione, bonifica e ripristino ambientale dei fondali del porto.

Mentre la rimozione degli altri quattro relitti (i cui nomi erano “Lisert”, “Candora”, “Molpa” e “Vesuvio”) si concludeva senza problemi, quella del “Sassari Primo” non si concretizzò per una serie di motivi che fermarono l’iter già avviato.

Nel 2016 il Contrammiraglio Arturo Faraone, in qualità di Commissario delegato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, ha voluto dare avvio ad una nuova procedura finalizzata all’emanazione di un bando di gara. A tale scopo, sono stati definiti preventivamente i requisiti da porre a base del futuro contratto di affidamento dei lavori di rimozione, demolizione e smaltimento del relitto, in modo da evitare che l’insorgere di impreviste problematiche di natura tecnica o di incrementi non preventivati di costi potessero nuovamente inficiare la procedura di gara ed è stato redatto un “Disciplinare tecnico” che potesse costituire la base della procedura amministrativa di gara, prima di dare avvio alla stessa.

Il documento è stato costruito grazie alla preziosa collaborazione tecnico-scientifica dell’Università degli Studi “Parthenope”, nonché di un tavolo tecnico istituzionale cui hanno partecipato la Soprintendenza per i Beni Culturali (considerata l’alta valenza dei fondali del porto di Baia sotto il profilo archeologico), la Regione Campania, il Comune di Bacoli, l’Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale ed il Comando Provinciale dei VVFF di Napoli per il necessario supporto tecnico.

Nella redazione del documento sono stati considerati i fattori suscettibili di condizionare le operazioni di rimozione, quali la tutela dell’ambiente marino, quella dei beni archeologici sommersi, nonché la limitata disponibilità economica e la conseguente necessità di contenimento dei costi.

In tale ambito, su proposta della Capitaneria di porto di Napoli, la Regione Campania ha formalizzato apposita richiesta all’Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale (ARPAC) per la redazione di un apposito “Piano di monitoraggio” delle matrici ambientali potenzialmente interessate da possibili contaminazioni durante le operazioni di rimozione, finalizzato al controllo dello stato delle stesse prima, durante e dopo i lavori. Il Piano è stato prontamente redatto dall’ARPAC e approvato dalla stessa Regione Campania.

I lavori, iniziati il giorno 01.10.2018, si sono svolti sotto la diretta supervisione degli uomini della Capitaneria di porto, presenti sia in mare che a terra in ogni fase delle operazioni, ed hanno permesso ad oggi di smantellare tutte le sovrastrutture della nave, già avviate allo smaltimento, e di rimuovere il relitto dal punto in cui era incagliato. Esso si trova attualmente ormeggiato presso la banchina dei Cantieri navali di Baia, ridotto ad un guscio galleggiante, la cui demolizione verrà terminata presso la stessa struttura portuale.