divisa in 582 panetti, la droga era in 23 borsoni nascosti all’interno di un container di caffè
Livorno, 30 gennaio 2019 – Sicuramente il più ingente negli ultimi dieci anni condotto dalla Guardia di Finanza di Livorno e dalla locale Agenzia delle Dogane e dei Monopoli nel porto labronico. Attività che sono state dirette dal Procuratore della Repubblica di Livorno Ettore Squillace Greco in coordinamento con il Procuratore della Repubblica di Firenze Giuseppe Creazzo – competente come Direzione Distrettuale Antimafia atteso l’ingente quantitativo rinvenuto – e con il GICO in seno al Nucleo di Polizia Economico- Finanziaria della GdF di Firenze. È il frutto quindi del lavoro di coordinamento da tempo portato avanti dalle due Procure della Repubblica nonché delle indagini e delle analisi di rischio che la Guardia di Finanza e l’Ufficio delle Dogane di Livorno hanno condotto sul territorio, in particolare nell’area industriale portuale della città. Sinergie che hanno reso efficace la lotta al traffico internazionale di droga nel porto labronico e che il 15 gennaio scorso hanno consentito di individuare, fra le migliaia di container imbarcati su una nave battente bandiera portoghese – proveniente dallo scalo spagnolo di Algeciras – quello che conteneva ben 644 chilogrammi di cocaina. Accanto alle quotidiane analisi delle Fiamme Gialle e dei funzionari del Servizio Antifrode Doganale dell’Agenzia delle Dogane sulle spedizioni ritenute a rischio – in genere sulle linee di collegamento marittimo con i Paesi del centro e del sud America – determinante in questo caso si è rivelata una segnalazione della Direzione Centrale dei Servizi Antidroga (DCSA) e del II Reparto del Comando Generale della GdF.
L’enorme quantitativo di cocaina, suddiviso in 582 panetti, era occultato all’interno di 23 borsoni posizionati nel container, sopra alcuni sacconi bianchi contenenti chicchi di caffè. Dopo l’attracco in porto, i finanzieri sono saliti a bordo della nave per ispezionare tutti i contenitori sospetti, individuando quello che occultava lo stupefacente. Il contenitore è risultato spedito da una società produttrice di caffè honduregna e imbarcato su una motonave a Puerto Cortes (Honduras) per poi essere trasbordato su un’altra nave nel porto di Moin (Costa Rica), destinato allo sbarco nello scalo di Barcellona, da dove avrebbe poi dovuto essere prelevato per la consegna a un’azienda di Madrid. Ma non ci è mai arrivato. All’interno di uno dei borsoni contrassegnato con vernice rossa, sono stati rinvenuti i “cloni”, perfettamente riprodotti, dei due sigilli apposti alla porta del container che, verosimilmente, sarebbero stati applicati sulle chiusure del contenitore dopo l’estrazione della droga. L’importante sequestro di cocaina effettuato a Livorno all’inizio di questo 2019 si aggiunge a quelli effettuati, sempre nell’ambito portuale labronico nel 2018, per complessivi 308 kg e nel 2016, per oltre 253 kg. Mentre le investigazioni proseguono sul fronte della lotta al traffico internazionale di stupefacenti, l’azione della Guardia di Finanza è concentrata anche sul versante dell’aggressione dei patrimoni illecitamente accumulati dalle organizzazioni criminali che riciclano il denaro “sporco” nell’economia legale.