• 22 Novembre 2024 07:57

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Contestazione ai sindacati all’assemblea dei lavoratori

 

È a Castellammare che le ombre sul futuro di Fincantieri diventano più scure. Nonostante i ripetuti impegni del neo confermato Amministratore Delegato Giuseppe Bono a “tenere aperti” tutti gli otto stabilimenti del Gruppo, è nella città campana che si respira la maggior incertezza. Lo studio di fattibilità allo studio del Rina per il nuovo bacino  è ormai sospeso come una spada di Damocle sull’avvenire di migliaia di famiglie e le rassicurazioni sugli impegni presi dalle istituzioni cominciano a non bastare più per chi chiede certezze su livelli occupazionali e vocazione produttiva del sito.

Una tensione montante che si è manifestata ieri nel corso dell’assemblea unitaria dei sindacati tenutasi al Palazzetto del mare. Durante l’incontro, promosso come momento di incontro per definire idee e strategie da mettere in campo, si è scatenata la contestazione da parte di un gruppo di operai. A farne le spese, principalmente, il segretario Generale CISL Campania, Lina Lucci, costretta a lasciare anzitempo l’assemblea.

Solidarietà alla Lucci è stata espressa dagli altri rappresentanti sindacali che, nonostante le divergenze di vedute alla base della protesta, si sono appellati all’unità di azione. Idea condivisa anche dall’assessore al Lavoro, Severino Nappi, per il quale “nel tempo della crisi c’è bisogno di offrire risposte possibili e concrete, non gridare al disastro o accendere gli animi”.

“La Cisl Campania – aveva dichiarato la Lucci a margine dell’assemblea – andrà alla mobilitazione generale se entro 15 giorni il RINA (Registro Italiano Navale) non provvederà a presentare lo studio di fattibilità dal quale dipende il futuro di Fincantieri”.

Posizione, quella della mobilitazione, che, in un modo o nell’altro, è stata confermata anche da Giovanni Sgambati della Uilm Campania e dal segretario provinciale Cgil, Federico Libertino che ha esortato, al “massimo livello di responsabilità, di coesione, di unità tra i lavoratori”.

“L’azienda – spiega la Lucci in una nota – deve dare corso agli impegni presi e presentare in tempi brevi un programma di produzione e le nuove commesse a garanzia della transizione. In questo clima di unità sindacale, perseguita e voluta fortemente, nonostante le differenti posizioni su altri temi, va restituita centralità da parte di tutti ai lavoratori, di cui è comprensibile l’esasperazione determinata dai rinvii della politica e dell’impresa”.

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