MSC Marine Stewardship Council – Pesca sostenibile pubblica oggi il nuovo rapporto relativo all’anno fiscale 2018 – 2019. Confermato il trend di crescita positivo del pescato sostenibile certificato MSC, che raggiunge il massimo storico di 11,8 milioni di tonnellate (15% del totale pescato globale) per un valore di 10 miliardi di dollari l’anno. L’Italia si muove a due velocità: nonostante ci sia solo una cooperativa di pesca certificata, il mercato ittico fa passi da gigante. Il nostro paese si colloca al 5° posto per fatturato e al 7° posto per volume di prodotti certificati MSC in commercio.
Milano, 10 ottobre 2019 – MSC – Marine Stewardship Council, organizzazione internazionale non profit responsabile del più importante programma globale di certificazione di sostenibilità ittica, pubblica oggi il rapporto annuale relativo all’anno fiscale 2018-2019 “Lavorare insieme per oceani pieni di vita”. Gli oceani versano oggi in una condizione sempre più complessa e problematica, anche a causa della pesca eccessiva che interessa il 93% delle risorse ittiche mondiali1. Per invertire questa tendenza, MSC lavora quotidianamente con i diversi interlocutori (pescatori, governi, aziende e ONG) per promuovere azioni concrete e mantenere gli oceani pieni di vita oggi, domani e per le generazioni future Grazie ad un aumento del 34% delle catture di pesce certificate MSC negli ultimi cinque anni2, le vendite globali di prodotti ittici sostenibili con marchio blu MSC hanno raggiunto per la prima volta un milione di tonnellate all’anno. “Stiamo spingendo i nostri oceani oltre il loro limite, eppure dobbiamo dare impulso all’ottimismo se vogliamo ottenere un cambiamento tangibile”, afferma Rupert Howes, amministratore delegato di MSC. “Stiamo assistendo a un crescente impegno da parte delle politiche e da parte delle aziende, avvallato da una preoccupazione senza precedenti per i nostri oceani da parte dei consumatori”. Catalizzatori di cambiamento positivo MSC promuove un programma di etichettatura e certificazione che riconosce e premia le pratiche di pesca sostenibili e garantisce ai consumatori che solo i prodotti ittici provenienti da una pesca ben gestita siano venduti con il marchio blu MSC. Oggi, il 15% del pescato globale3 è certificato secondo lo standard MSC, in aumento rispetto al 10% del 2014. Secondo l’organizzazione, alla base di questo cambiamento si trovano: • Una crescente domanda da parte dei consumatori e una maggiore disponibilità di prodotti sostenibili: secondo una ricerca commissionata da MSC, l’83% dei consumatori di pesce di tutto il mondo (e l’87% in Italia) concorda sulla necessità di proteggere gli oceani per le generazioni future4. Gli
acquirenti ora spendono quasi $10 miliardi all’anno (in Italia, circa $200 milioni) per prodotti con marchio MSC3; la consapevolezza rispetto al marchio MSC è aumentata dal 32% del 2016 al 37% del 20184. Sono 37.000 i prodotti certificati MSC presenti sul mercato globale, mentre in Italia sono oltre 10003. Il consumatore dunque diventa per MSC il motore fondamentale del cambiamento spingendo il mercato verso la sostenibilità attraverso il classico meccanismo di domanda e offerta. • Risposta dal mondo della pesca: MSC continua a registrare una crescita del numero di attività di pesca sostenibili certificate, dalle 216 del 2014 alle 361 del 20193, che si trovano in 41 paesi. • Coalizione politica e commerciale catalizzata dagli Obiettivi di sviluppo sostenibile (SDGs): la certificazione MSC è utilizzata da paesi e organizzazioni come parte integrante dell’impegno volontario di soddisfare l’obiettivo 14, che protegge la salute degli oceani. • Un maggiore impegno dal mondo della pesca nei Paesi in via di sviluppo, da dove proviene oltre la metà dei prodotti ittici del mondo. Qui le attività di pesca certificate sono più che raddoppiate negli ultimi due anni (da 59 nel 2017 a 124 nel 2019)3, anche grazie a progetti promossi da MSC in Messico, Indonesia e Sudafrica. Italia e Mediterraneo Storicamente i paesi dell’Europa meridionale sono stati più lenti delle controparti settentrionali nell’intraprendere un percorso di certificazione di sostenibilità, nonostante circa il 80% degli stock ittici nel Mediterraneo5 risultino sfruttati e gestiti in modo poco lungimirante e nonostante la pesca garantisca la sussistenza di 180.000 persone in questa area. “Affinché il Mediterraneo torni ad essere un mare in salute e pieno di vita, e la pesca possa continuare a garantire cibo e lavoro, è necessario che vengano intrapresi miglioramenti sostanziali nella gestione degli stock ittici e del sistema delle attività di pesca” afferma Francesca Oppia, Program Director di MSC in Italia. Qualcosa sta già cambiando: il volume di prodotti certificati MSC venduti in Italia è cresciuto di un terzo tra il 2018 e il 2019 e ora il nostro paese è al quinto posto per fatturato e al settimo per volume di prodotti ittici certificati MSC3. “Il marchio blu di MSC è riconosciuto da quasi la metà dei consumatori italiani” continua Oppia, “anche grazie all’impegno di molte aziende e retailer che hanno scelto l’approvvigionamento da fonti sostenibili”. Ed è il nostro paese ad aprire la strada della sostenibilità nel bacino Mediterraneo: la prima attività di pesca certificata MSC si trova infatti in Veneto. La O.P. Bivalvia Veneto Società Cooperativa, composta da 111 barche gestite da 2-3 persone, pesca 4.600 tonnellate di vongole di mare all’anno, poco più di un quarto del pescato a livello nazionale.