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Marina Militare: I pericolosi ordigni esplosivi sono stati recuperati e fatti brillare a 4 miglia dalla costa

DiCatello Scotto Pagliara

Ott 25, 2019

Napoli, 25 ottobre 2019 – Lo scorso lunedì 14 ottobre i Palombari del Gruppo Operativo Subacquei (G.O.S.) del Comando Subacquei ed Incursori della Marina Militare (Comsubin), distaccati presso il Nucleo S.D.A.I. di Napoli (Sminamento Difesa Antimezzi Insidiosi), si sono recati nelle acque antistante il litorale del Comune di Capaccio-Paestum per verificare una indicazione circa la presenza in zona di un relitto di un mezzo da sbarco affondato.

Giunti sul posto, è stata organizzata una minuziosa ricognizione subacquea che ha confermato la presenza del relitto che è risultato essere statunitense e carico di munizioni ed altro materiale bellico. L’imbarcazione, che giace su un fondale di circa 20 metri a poco meno di 2 miglia dalla linea di costa, si presenta con la zona poppiera distrutta, probabilmente a causa di una cannonata o di una bomba d’aereo che ha colpito il mezzo verosimilmente nel corso dello sbarco delle truppe anglo-americane avvenuto in quel luogo il 9 settembre del 1943.

I Palombari della Marina Militare hanno rinvenuto a bordo del relitto e nelle sue adiacenze, grazie anche all’utilizzo di un sofisticato metal-detector, numerose casse con all’interno un totale di 3.506 proiettili di piccolo calibro (per pistole, fucili e mitragliatrici antiaerei da 20 mm.), una mezza dozzina di rotoli di miccia, 45 proiettili da 105 mm. per carri armati tipo Sherman, 3 tubi esplosivi “Bangalore”, pezzi di ricambio per sistemi di punteria per complessi di artiglieria campale nonché molti attrezzi da lavoro meccanico.

Tutto questo materiale è stato man mano trasferito in zona di sicurezza: successivamente, questa mattina, i residuati bellici esplodenti sono stati trasportati a lento moto, mantenendoli in sospensione a circa 10 metri dal pelo dell’acqua con un galleggiante, a circa 4 miglia dalla costa, in un’area appositamente individuata dall’Autorità Marittima.

Giunti sul luogo si è quindi provveduto al brillamento degli ordigni bellici con le consuete metodiche tese a preservare l’ecosistema marino.

Nel corso della ricognizione subacquea, gli operatori dello S.D.A.I. hanno rinvenuto a circa 400 metri dal relitto del mezzo da sbarco, un carro armato che ad un primo esame sembrerebbe essere un modello statunitense M4 Sherman. Il relitto, in apparente ottimo stato di conservazione, si presenta parzialmente insabbiato, con una porzione della portella di chiusura della torretta aperta attraverso la quale, però, non è stato possibile accedere all’interno a causa delle ridotte dimensione del passaggio.

Al termine delle operazioni di bonifica dell’area, i Palombari della Marina Militare hanno tenuto una Conferenza Stampa nei locali della Guarda Costiera di Agropoli (SA), ubicati in via Porto 15. Nel corso dell’incontro gli operatori della Marina Militare, oltre ad illustrare le peculiarità della loro attività e di quanto svolto in questa circostanza, hanno mostrato delle immagini subacquee che hanno registrato durante le fasi della ricognizione.