Venezia, 2 dicembre 2019 – “Il Ruolo femminile nel Cluster marittimo, esperienze a confronto” è il convegno promosso dal Propeller Club Port of Venice con il patrocinio della Capitaneria di Porto di Venezia e Wista Italy che si è svolto a Venezia il 29 novembre scorso nella sede di Confindustria. L’iniziativa si colloca nell’ambito della celebrazione del World Maritime Day promossa dall’IMO (International Maritime Organization) quest’anno sul tema Empowering Women in the Maritime Community.
L’appuntamento veneziano – preceduto dagli incontri di Trieste, Genova e Napoli – ha visto la presenza del ministro per la Famiglia e le Pari opportunità, Elena Bonetti, che sul tema della parità di genere è intervenuta sull’importante ruolo delle donne nel mondo del lavoro, sia in ambito nazionale che internazionale. La presenza nel mondo del lavoro delle donne “non solo per garantire una rappresentanza a tutela di una minoranza ma bensì a favorire processi di integrazione e acquisizione di responsabilità sociali” – ha sottolineato la ministro – “che nell’incontro tra le diversità femminile e maschile si attui una prospettiva completa della nostra società”.
Dopo il videomessaggio del segretario generale dell’IMO, Kitack Lim, è stato il presidente Propeller Club Port of Venice, Massimo Bernardo, ad introdurre il tema del gender gap in termini numerici, in termini di disparità di retribuzione, disugualianza di accesso ai vertici delle carriere. Trattando poi il tema della professione di marittimo, uomini e donne che vanno per mare e le difficoltà che questa professione mette in primo piano.
Coordinatrice dell’incontro Anna Carnielli, avvocato marittimista e unica socia donna del Propeller Club Venezia, che ha portato la propria testimonianza di ufficio legale di shipping in contesti internazionali e multiculturali. “Competenza e professionalità sono gli elementi che possono fare superare la differenza di genere” – ha spiegato Carnielli – “allo stesso tempo la capacità di costruire una reciproca alleanza con gli uomini”.
Tra le Istituzioni intervenute: il Corpo delle Capitanerie di Porto, l’ammiraglio Piero Pellizzari, direttore marittimo del Veneto e comandante della Capitaneria di porto di Venezia, ha spiegato che dopo 20 anni dall’ingresso delle donne nelle forze armate, legge emanata nel ‘99, ancora oggi la presenza femminile è percentualmente inferiore rispetto a quella degli uomini. “Sono 16 mila le donne presenti nelle Forze armate, ciò equivale al 3-6%.” – Per laCapiatneria di porto di Venezia e la direzione del Veneto “le donne ufficiali sono il 14% – ha spiegato Pellizzari – “il 3-8% le sotto ufficiali e il 31% le donne che fanno parte delle truppe”. Nei concorsi pubblici, ha concluso l’ammiraglio – “le donne ottengono risultati spesso superiore a quella dei colleghi uomini”. Con il tempo inoltre stanno diminuendo alcuni degli stereotipi che affiancano il mondo femminile, che vedrebbero le donne non predisposte per i settori e gli studi scientifici e tecnici.
Sulla stessa linea di pensiero le testimonianze apportate dai rappresentanti delle Istitiuzioni: il questore di Venezia, Maurizio Masciopinto, Rita Rigoni per la Corte d’Appello di Venezia, Silvia Cavallarin, consigliera di parità Comune di Venezia, Ermelinda Damiano, presidente del Consiglio Comunale di Venezia. La mattinata è inoltre proseguita con l’intervento “Donne perdute nella storia e il mare” di Lucia Nadin, professoressa esperta in cultura e storia delle popolazioni dell’Adriatico.
Tante le testimonianze portate dalle donne del settore marittimo intervenute nelle due Tavole di discussione su “Lavoro: team misti e ruoli nel cluster marittimo” e “Gender pay gap e diporto nautico: proposte” – moderate dalla giornalista Lucia Nappi. Un parterre di imprenditrici, dirigenti di enti pubblici e ufficiali delle Capitanerie di Porto, dell’Associazione Wista Italy, professioniste e manager che operano nei tanti settori del cluster marittimo, della blue economy, della cantieristica, del turismo nautico e del mondo del trasporto e della finanza. Dai racconti i vissuti professionali ed umani, sempre contraddistinti dalla grande passione e dalla determinazione di affermarsi in un settore affascinante, ma anche ostile all’ingresso del genere femminile. Ancora molta strada da percorrere prima di raggiungere la parità, non soltanto in termini di percentuale numerica, ma anche di peso decisionale, dove la rappresentanza ai vertici apicali delle aziende è ancora difficilmente colorata di rosa.