• 24 Novembre 2024 05:16

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Tre nuove unità di crociera saranno dotate dello Shore Connection

È stata la Princess Cruises, già nel 2001, la prima compagnia a utilizzare nei porti della costa occidentale americana il “cold ironing”, sistema di alimentazione elettrico dalle banchine che rende possibile l’abbattimento delle emissioni per le navi ferme negli scali. Con una serie di progetti pilota, condotti principalmente con il porto di Vancouver, i cui risultati, presentati recentemente ad un incontro organizzato a Venezia dall’European Cruise Council, sembrano più che soddisfacenti.

“Grazie all’installazione delle tecnologie dell’alimentazione da banchina – ha spiegato Peter Xotta, Executive Vice President Operations di Port Metro Vancouver – dal 2009 abbiamo ridotto di ben 3140 tonnellate all’anno le emissioni nell’atmosfera di gas serra. Un risultato davvero soddisfacente per un progetto decisivo per un porto come il nostro che coinvolge 130.000 posti di lavoro ed il cui 35% di attività deriva dalla crocieristica”.

Vantaggi indubbi che, anche a causa delle normative europee per la riduzione delle emissioni inquinanti, stanno interessando sempre più Autorità portuali e industria cantieristica, alle prese con le problematiche tecniche emerse in questi anni di sperimentazione.

In questa direzione, un passo fondamentale per l’Italia potrebbe essere rappresentato dall’accordo sottoscritto da Imesa, società del Gruppo Schiavoni di Ancona, e Fincantieri per la fornitura a tre nuove unità da crociera dello Shore Connection, strumento, sviluppato meno di un anno fa, che risolve una delle maggiori criticità legate al “cold ironing”.

Connettere una nave ad una rete elettrica terreste, infatti, non è facile a causa delle diverse frequenze e delle elevatissime potenze necessarie. Shore Connection, un’interfaccia tra i quadri principali di distribuzione della nave e le prese di terra, risolve proprio questo problema.

Tanto che la società ha stipulato in pochi mesi altri contratti per la fornitura di 11 sistemi per un ammontare complessivo di un milione di euro. L’azienda anconetana ha stretto accordi con Imtech, integratore di sistema olandese (un esemplare per nave militare), con la sede genovese del Gruppo Abb (tre esemplari per navi da crociera) e con Sam Electronics, integratore di sistema tedesco (un esemplare per megayacht e sette per navi da lavoro).

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