• 24 Novembre 2024 01:33

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Allarme dello shipping per la sicurezza nel Golfo di Guinea: preoccupazioni per l’aumento degli attacchi di pirateria

Il 5 febbraio l’Ecsa (l’associazione degli armatori europei) e l’ICS (la principale associazione dello shipping mondiale che rappresenta oltre l’80% della flotta mercantile mondiale) hanno richiamato l’attenzione sulla grave situazione nel Golfo di Guinea ove nel 2019 si è registrato un drammatico aumento di circa il 50% degli attacchi di pirateria a danno delle navi di tutto il mondo (per un totale di 162) che costituiscono una seria e immediata minaccia alla sicurezza di marittimi, navi e merci.

L’Ecsa sollecita la nuova Commissione dell’Ue e i singoli Stati membri a prendere provvedimenti concreti. “L’UE dovrebbe mettere la sicurezza marittima in cima all’agenda degli accordi commerciali e di partenariato oltre a porre in essere altre forme di cooperazione con i partner africani della regione—ha affermato Martin Dorsman, Segretario generale dell’ECSA, in occasione della ECR Conference on Maritime Security and the Blue Economy svoltasi al Parlamento europeo – L’UE ha dimostrato di essere all’avanguardia nel contrastare la pirateria, ad esempio attraverso l’operazione Atalanta in Africa orientale che ha portato con successo alla riduzione degli attacchi”.

Anche Esben Poulsson, Presidente dell’ICS, ha ribadito l’esigenza di tutelare i marittimi affermando “La nostra priorità assoluta sarà sempre la sicurezza e il benessere dell’equipaggio. Siamo pronti e disposti a lavorare in stretta collaborazione con il governo della Nigeria e la comunità internazionale per proteggere le navi e i loro equipaggi”.

Del resto, ha aggiunto Poulsson, “Il calo degli episodi di pirateria altrove rafforza l’importanza della comunicazione e del coordinamento tra navi e autorità. Più informazioni i governi nazionali e le autorità competenti hanno sui trends della pirateria, migliori saranno le azioni per prevenire il fenomeno”. “L’industria navale è pronta e disposta a collaborare con tutte le parti per porre fine a questa rovina endemica del libero scambio”.