Perocchio invita gli operatori a fare da soli. No all’assistenzialismo sospetto
Un bilancio fallimentare. Perdite per quindici anni e un solo porto turistico realizzato: “quello di Procida, interferendo però con molteplici competizioni concessorie che hanno prodotto valanghe di contenziosi in località costiere laddove l’intervento pubblico non era richiesto”.
L’attacco ad Italia Navigando, la società del gruppo Invitalia costituita con l’obiettivo di creare una rete nazionale di porti turistici con il coinvolgimento di enti, imprese e associazioni, giunge da Roberto Perocchio, presidente di Assomarinas (Associazione Italiana Porti Turistici) alla presenza del ministro del Turismo, Piero Gnudi nel corso di una tavola rotonda, “Lo sviluppo del turismo nautico in Italia, una opportunità da non perdere”, svoltasi lunedì a Milano su iniziativa di Yacht and Sail e Corriere della Sera.
Chiedendo la chiusura definitiva della società, Perocchio, nell’ambito di una strategia di rilancio del settore sui cui il ministro Gnudi si è impegnato “in tempi brevi”, ha invitato a “superare il grave problema dei canoni demaniali sulle concessioni-contratto antecedenti la legge finanziaria del 2007 e, in seconda battuta, della disciplina del prolungamento e del rinnovo delle concessioni esistenti”.
Alla parola d’ordine di “decretare la fine di un assistenzialismo sospetto” il numero uno di Assomarinas inoltre ha invitato gli operatori a investire mettendo a frutto i provvedimenti che Ucina è riuscita ad ottenere in questo biennio.
Tra questi ha ricordato la possibilità di trasformazione delle aree dei porti industriali-commerciali dismesse da parte delle rispettive Autorità Portuali contenuto nella legislazione per lo Sviluppo; l’eliminazione dell’obbligo di concessione edilizia per la posa di pontili galleggianti stagionali; l’inserimento delle strutture per la nautica da diporto tra le opere realizzabili con la finanza di progetto, come previsto dalla conversione in legge del decreto “liberalizzazioni”, “misura questa che consente di superare, con netto vantaggio del proponente, i problemi burocratici causati dal conflitto tra le procedure del DPR 509/97 per i porti turistici e la legge sul project financing”.