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Coronavirus: nuove linee guida di condotta per i lavoratori dei porti di Venezia e di Chioggia

Venezia, 12 marzo 2020 – L’Autorità di Sistema Portuale ha varato oggi delle linee guida, dopo un confronto con le varie categorie, per far fronte all’emergenza epidemiologica da Covid-19. Tali linee guida derivano dalle indicazioni contenute nei decreti del Governo, declinandole specificatamente per il contesto del lavoro portuale e delle operazioni portuali.

Le misure si suddividono in tre procedure che mirano a regolamentare tutti i tipi di contatto tra lavoratori all’interno dei porti commerciali di Venezia e di Chioggia, a partire dalle relazioni banchina-nave, passando per l’interfaccia operatore a terra e autotrasportatore, fino ai contatti all’interno della stessa banchina. Oltre al personale dipendente degli operatori portuali, le nuove regole interesseranno anche agenti marittimi, spedizionieri, chimici di porto, guardie ai fuochi, personale addetto al ritiro dei rifiuti, autotrasportatori, guardie giurate.

“Vogliamo ridurre, per via precauzionale, i rischi di contagio tra i nostri addetti” spiega il presidente dell’Autorità Pino Musolino “fermo restando che i porti di Venezia e Chioggia sono aperti e pienamente operativi come tutti gli altri porti italiani, perché la catena logistica non può fermarsi e deve continuare a rifornire di cibo i supermercati, di farmaci i nostri ospedali, di energia le nostre case e le nostre aziende”.

I lavoratori dovranno evitare quando possibile i contatti diretti, mantenendo in ogni caso la distanza interpersonale minima di un metro e utilizzando mascherine e guanti monouso. Va preferito lo scambio di documentazione per mezzo informatico, nel caso non fosse possibile saranno allestite aree di scambio documenti dedicate. Inoltre, i documenti di riconoscimento andranno esibiti ma non consegnati e tutte le aree di lavoro dovranno essere dotate di distributori di disinfettante a base alcolica.

Nei giorni scorsi l’Autorità aveva già pubblicato una serie di indicazioni per i suoi dipendenti, riducendone le trasferte e la mobilità, predisponendo formule di smart working e introducendo l’obbligo di appuntamento per gli incontri con persone esterne all’Ente.