• 5 Dicembre 2024 03:37

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Gemellaggi culturali e rapporti con l’università per il Propeller Port of Venice

Non bastano le sole infrastrutture per far crescere il mondo del trasporto

 

Coniugare il mondo delle imprese del trasporto, con particolare attenzione a quello marittimo, a quello delle università veneziane, Ca’ Foscari e lo I.U.A.V. , per  creare nuove professionalità e per agevolare il cambio generazionale indispensabile per dare continuità alla crescita economica del comparto. Su questa “rotta” l’ lnternational Propeller Club Port of Venice, il sodalizio che raggruppa un’ottantina di imprenditori ed operatori veneti  del settore, apre al mondo universitario nuove opportunità occupazionali per i  neolaureandi e grande spazio per i docenti che avranno la possibilità di costruire un dialogo sempre più stretto con chi quotidianamente opera nell’economia del mare.

“ Non basta costruire nuove infrastrutture per rilanciare la portualità e quindi l’economia del nostro Paese – spiega il presidente del Propeller veneziano  Massimo Bernardo – se contestualmente non si investe nella cultura di settore . E’ in questo contesto che va letto l’impegno della nostra Associazione per creare un rapporto sempre più integrato  tra il mondo del lavoro e quello della scuola, azione questa sostenuta ed apprezzata dal presidente dell’Autorità Portuale Paolo Costa e dai vertici di importanti associazioni di categoria”.

Sarà questo il leit motiv perseguito nel prossimo triennio  dal Propeller veneziano che, confermando quello uscente, proprio in questi giorni, ha rinnovato il proprio consiglio direttivo per il  2013-2015  confermando all’unanimità alla presidenza il giornalista Massimo Bernardo e, a maggioranza  alla vicepresidenza , l’avv. Cristiano Alessandri .

 “Per quanto ci compete anche  con i gemellaggi in via di definizione tra il Propeller di Venezia e quelli di Napoli e Brindisi – ha concluso il Presidente – si avvieranno nuove e più strette collaborazioni tra gli operatori dei due mari , il Tirreno e l’Adriatico, al fine di dare all’impresa del mare maggiore forza contrattuale affidando alle associazioni territoriali di categoria ruoli propositivi per quelle scelte politiche che dovrebbero finalmente dare ai nostri porti nazionali  quelle  irrinunciabili opportunità di crescita peraltro richiesteci dai grandi players   del trasporto mondiale”.