Serracchiani: “A rischio l’integrazione portuale dell’Alto Adriatico”. Si ai project bond
“Il rifiuto della Slovenia a prendere in considerazione l’ipotesi di collegamento ferroviario tra i porti di Trieste e Capodistria non è un’ottima premessa all’integrazione portuale dell’alto Adriatico”. Lo afferma l’europarlamentare del Pd Debora Serracchiani commentando il rifiuto, a Lussemburgo, nell’ambito del Consiglio dei ministri dei Trasporti Ue, alla proposta italiana di prendere ulteriormente in considerazione il collegamento ferroviario tra Trieste e Capodistria (Slovenia), in quanto le priorità vanno al collegamento Trieste-Divaccia e al raddoppio della Capodistria-Divaccia, già concordati.
Secondo Serracchiani “anche mentre è in corso una legittima competizione tra lo scalo di Trieste e quello di Capodistria, probabilmente dovremmo essere più lungimiranti di quanto non suggerisca il calcolo delle convenienze nazionali, immediato o anche a medio termine”.
Nel corso del Consiglio, Siim Kallas, Vice-Presidente della Commissione responsabile dei trasporti, ha illustrato il Fondo Connecting Europe Facility (CEF), proposto dalla Commissione nell’ambito delle iniziative per crescita sostenibile e occupazione, che prevede investimenti pari a 50 miliardi di euro per migliorare le reti di trasporto (31,7mld), energia (9,1 mld) e digitali (9,2 mld) nel periodo 2014-2020 (in realtà il costo stimato per l’attuazione della prima fase di finanziamento per la rete centrale è di circa 250 miliardi).
Presentati anche i risultati del progetto pilota Blue Belt, avente l’obiettivo di ridurre oneri amministrativi e ritardi per le navi che operano nei porti Ue, e lo stato dei lavori di 2 proposte di Direttive sulle responsabilità degli Stati di bandiera e di approdo in applicazione della Convenzione sul lavoro marittimo.
“L’Italia – ha spiegato il vice ministro dei Trasporti, Mario Ciaccia – ha fatto pressioni a livello europeo affinchè il fondo CEF fosse adeguatamente dotato: il budget iniziale per le reti TEN-T (2007/13) era di soli 6,2 miliardi (1,2 miliardi per l’Italia) mentre la nuova dotazione è salita a 31,7 miliardi. Inoltre, 2 miliardi dei 31,7 miliardi di cui sarà dotato il fondo CEF, saranno destinati ai project bond, strumento finanziario su cui l’Italia ha sviluppato una normativa innovativa oggetto di studio a livello comunitario e internazionale”.