• 24 Novembre 2024 05:47

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La formazione marittima, dal primo imbarco all’aggiornamento continuo

Un resoconto su un consolidato iter per accedere alle professioni del mare scontratosi con l’emergenza COVID-19

di Giuseppe Di Palo (Oltremare)Quello dello shipping, è risaputo, è un settore che offre sbocchi professionali importanti, con ottime prospettive di crescita e di guadagno.

Le carriere marittime si caratterizzano, infatti, per elevata competenza e professionalità che si basano su percorsi formativi continui. La formazione della cosiddetta “gente di mare” varia a seconda del ruolo e della carriera professionale che si intende sviluppare.

Ad esempio, per le posizioni più alte da ricoprire nella gerarchia di bordo, ovvero quelle da Ufficiali (di coperta o macchina), è prevista una formazione specifica da avviare già in età scolastica, presso gli istituti tecnico nautici.

Tale formazione si sviluppa dunque lungo un percorso di filiera che parte dalla scuola secondaria superiore e prosegue negli Istituti Tecnici Superiori.

In Italia sono attivi 69 istituti tecnici dell’indirizzo Trasporti e Logistica che svolgono percorsi di formazione triennali per la preparazione di circa 10.000 Allievi ufficiali di macchina e coperta. Ogni anno si diplomano in media 3.000 studenti.

Gli Istituti Tecnici Superiori per la Mobilità sostenibile per le figure di Tecnico superiore per la mobilità delle persone e delle merci sono cinque, tutte istituzioni di eccellenza, collocate negli snodi nevralgici del cluster marittimo e precisamente a Genova, Trieste, Gaeta, Catania e Cagliari. Tali istituti, per la peculiarità dell’offerta formativa, hanno assunto la specifica denominazione di Accademie della Marina Mercantile Italiana.

La sola Accademia genovese, in 15 anni di attività, ha formato oltre 1.600 professionisti del mare. Il 90% di loro ha trovato lavoro grazie alla stretta collaborazione con l’armamento.

Ai citati Istituti può aggiungersi anche l’ulteriore realtà rappresentata dalla Fondazione ITS-MSTM Campania. Proprio per la Campania è interessante il dato relativo alla media di diplomati nautici annuali: circa 800 studenti ripartiti su 17 istituti, sia pubblici che paritari.

Entro i confini regionali vi è poi la possibilità di continuare il proprio addestramento finalizzato all’imbarco presso i centri autorizzati dal Ministero dei Trasporti e dal Comando Generale della Capitaneria di Porto (nove in totale) oppure specializzarsi su materie relative all’economia del mare attraverso specifici percorsi universitari.

Ma torniamo alla carriera marittima nel suo senso più stresso. Per imbarcare a bordo delle navi tutti gli aspiranti marittimi devono risultare iscritti alle matricole della gente di mare per sostenere i corsi relativi al cosiddetto Basic Training, serie di corsi abilitanti al primo imbarco a cui se ne dovranno aggiungere ulteriori a seconda della tipologia di nave sulla quale si dovrà poi prestare servizio.

Ma, come si anticipava, tale formazione ha un costo che, solitamente, è a carico dello stesso marittimo.

Si è stimato che un marittimo di ruolo “comune” debba investire, prima di imbarcare, dai 3.000 ai 5.000 euro, cifra che per gli Ufficiali di bordo può arrivare a toccare quota 17.000-20.000 euro.

Tale formazione prevede un aggiornamento quinquennale con un costo medio base per tutti i marittimi pari a circa 1600-2000 euro, che può arrivare a raddoppiare per gli appartenenti ai ruoli di Ufficiali (Fonte: Assarmatori).

A tali somme occorrerebbe poi aggiungere le eventuali spese di viaggio, trasferte, alloggio che taluni marittimi si trovano a dover affrontare per raggiungere i vari centri di addestramento autorizzati, in considerazione del fatto che alcuni corsi vengono erogati solo da pochissimi centri in tutta Italia.

I devastanti effetti sul sistema dei trasporti e della logistica generati dalla pandemia da COVID-19 hanno purtroppo impattato anche sulla formazione professionale della gente di mare. Difatti la chiusura obbligata dei centri di addestramento ha reso necessario un intervento dell’Amministrazione per prorogare la validità dei certificati di formazione al fine di permettere ai marittimi, lavoratori chiave soprattutto nel contesto emergenziale, di poter continuare a svolgere le proprie professioni così da assicurare la continuità dell’indispensabile trasporto di merci e passeggeri via mare.

Ma per garantire i costanti standard di qualità, al termine delle proroghe i marittimi saranno chiamati a tornare in aula, sostenendo costi che, in un periodo difficile come quello attuale, possono finire col pesare non poco sull’economia di intere famiglie.

In questo quadro potrebbe risultare utile sostenere un maggior utilizzo della tecnologia informatica al fine di incentivare la trasmigrazione dei contenuti formativi di corsi prettamente o prevalentemente teorici nella modalità FAD.

In questo modo si permetterebbe di velocizzare ed ottimizzare i tempi della formazione stessa, facilitando l’ingresso nel mondo del lavoro ad un numero sempre maggiore di persone, evitando inutili congestionamenti dei centri di addestramento e permettendo soprattutto di conseguire notevoli risparmi economici.

Un’iniziativa che rappresenterebbe anche uno svecchiamento di molte procedure nazionali, troppo spesso vincolate a decreti e leggi di passata emanazione, abbracciando le attuali novità legate anche al progresso ed allo sviluppo tecnologico.