- I governi che controllano una quota importante del trasporto marittimo mondiale devono presentare proposte dettagliate all’Organizzazione marittima internazionale delle Nazioni Unite.
- I leader dello shipping chiedono ai governi di “essere dalla parte giusta della storia” e di portare avanti la proposta in una cruciale riunione a giugno in vista dell’approvazione a novembre.
- Se questa proposta non sarà supportata dagli Stati membri dell’ONU, sarà quasi impossibile avere navi oceaniche a emissioni zero operative entro il 2030.
Rispondendo alla richiesta del Segretario generale delle Nazioni Unite di “urgenza e ambizione” sul cambiamento climatico, l’intera industria marittima globale sta dando sostegno “pieno e inequivocabile” a una proposta moon-shot presentata dai governi, per accelerare l’entrata in esercizio di navi a zero emissioni di carbonio entro un decennio.
La proposta, presentata oggi 10 marzo all’Organizzazione marittima internazionale (IMO) dai governi che controllano una quota importante del tonnellaggio marittimo mondiale è di istituire un Fondo IMO per la ricerca marittima di 5 miliardi di dollari utilizzando contributi obbligatori delle compagnie di navigazione mondiali.
Questo nuovo fondo da 5 miliardi di dollari sosterrà un nuovo International Maritime Research and Development Board (IMRB) avente il fine di commissionare programmi di collaborazione per la ricerca applicata e lo sviluppo R&D di tecnologie a zero emissioni di Co2, specificamente adattate per applicazioni marittime, compreso lo sviluppo di prototipi funzionanti. Aiuterà anche i progetti di riduzione di Co2 nei paesi in via di sviluppo, comprese le nazioni insulari del Pacifico.
L’industria marittima sta sollecitando tutti i governi ad approvare questa proposta sostenuta dalle principali nazioni marittime, tra le quali Georgia, Grecia, Giappone, Liberia, Malta, Nigeria, Palau, Singapore, Svizzera – nel corso dell’importante riunione presso l’IMO a Londra nel novembre 2021, che coinciderà con la prossima Conferenza delle Nazioni Unite sul clima (COP 26) a Glasgow. Questa è l’unica proposta dettagliata disponibile per fornire velocità e portata adeguate come richiesto dal Segretario generale delle Nazioni Unite, António Guterres. L’incapacità degli Stati membri delle Nazioni Unite di sostenere questa iniziativa potrebbe rallentare in modo significativo i progressi verso la decarbonizzazione delle navi.
La decarbonizzazione può avvenire solo con un’accelerazione significativa della R&S, poiché non esistono ancora tecnologie a zero emissioni di carbonio che possano essere applicate su larga scala alle grandi navi oceaniche. Un programma di ricerca e sviluppo ben finanziato, che l’industria ha accettato di pagare all’interno di un quadro normativo globale, deve iniziare immediatamente sotto la supervisione dell’IMO.
Riconoscendo l’urgenza e l’ambizione necessarie per decarbonizzare, le organizzazioni dell’industria marittima mondiale chiedono a tutti i governi di essere dalla parte giusta della storia nel sostenere questa ambiziosa proposta.
Lo shipping internazionale trasporta oltre l’80% del commercio globale ed emette il 2% delle emissioni globali. La grande sfida non è costruire una singola nave a zero emissioni di Co2, la grande sfida è creare le tecnologie necessarie per decarbonizzare l’intera flotta globale velocemente e su larga scala.
Prima verrà istituito il Fondo per la ricerca marittima dell’IMO, prima l’industria potrà sviluppare navi a emissioni zero per decarbonizzare il trasporto marittimo.