• 23 Novembre 2024 06:49

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Venezia inaugura la “strategia del ferro”: raddoppiato il parco ferroviario

Per lo scalo una capacità di inoltro pari a 720 teu settimanali

 

È stato presentato oggi l’ampliamento dello scalo ferroviario a servizio del Porto di Venezia (Marghera).

L’intervento a cura dell’Autorità Portuale di Venezia presso l’isola portuale di Marghera – realizzato in collaborazione con RFI – è  frutto dell’Accordo Quadro tra Regione del Veneto, Comune di Venezia, Autorità Portuale di Venezia e Rete Ferroviaria Italiana SpA e consiste nella realizzazione di sette nuovi binari, tra dei quali elettrificati, più un’ulteriore ottavo binario a servizio dell’isola portuale e di due tronchini per il ricovero dei locomotori.

“Oggi – ha affermato Paolo Costa, presidente dell’Ap – si aggiungono allo scalo ferroviario nuovi binari, alcuni elettrificati, che consentiranno di formare fino a 50 treni giorno lunghi fino a 700 metri. A questi, dalla fine del 2013, si sommeranno altri treni formati a Fusina nel nuovo terminal in costrizione e destinato alle Autostrade del Mare, dove si potranno formare ulteriori treni lunghi 750 metri a servizio di quattro accosti per navi roll on-roll off (traghetti)”.

L’investimento sostenuto per l’ampliamento del parco ferroviario pre-esistente è stato pari a 12,2 milioni di euro cofinanziato per 900 mila euro dall’Unione Europea attraverso il programma TEN-T (Trans European Transport Network).

Il  raddoppio del parco ferroviario, grazie al quale il porto metterà a disposizione una capacità di inoltro pari a 720 teu a settimana (12.800 tonnellate di merce), ha consentito di attivare già FS cargo per mettere a punto un nuovo sistema di collegamenti via treno che metta in relazione diretta il Porto di Venezia con i due principali Interporti veneti: Padova e Verona.

“Il definitivo reinserimento di Venezia tra i grandi porti mediterranei (entro il sistema NAPA) passa attraverso la capacità di inoltro/ricevimento della merce unitizzata (container o casse mobili) via ferrovia e, nel nostro caso, anche per acque interne (fino a Mantova oggi, fino a Pizzighettone e Milano, domani)”, ha sottolineato Costa. “Per tale motivo – continua – è compito del Porto di Venezia prepararsi a gestire e movimentare almeno il 30 % del traffico portuale via treno o chiatte. Una strategia che non è alla portata del solo porto e che può e deve venire fatta propria da un (costituendo) sistema logistico unico che si avvalga delle due eccellenze interportuali venete: Padova e Verona”.

Non a caso la  costituzione di un’unica area doganale che faccia muovere i container tra Venezia, Padova e Verona, in una logica da sportello unico doganale, é un passo previsto dallo stesso Decreto Salva Italia (art.46).