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Assoporto Augusta: Il Nord e il sud devono essere uniti per competere

Augusta, 1 giugno 2021 – “Come non essere d’accordo con il Ministro per il Sud e la Coesione Mara Carfagna sia rispetto alla necessità di costruire il  ponte sullo Stretto di Messina, sia all’identificazione di  Augusta come porto hub del Mediterraneo?” A dirlo è Marina  Noè, presidente di Assoporto Augusta che ha appreso, con soddisfazione, delle recenti dichiarazioni dell’On. Carfagna, in occasione della sua recente visita in Sicilia.

“Siamo lieti di sentire queste parole da un componente meridionale del Governo, non siciliano, come dire che – aggiunge la presidente degli operatori portuali– la consapevolezza è ormai matura e non è campanilistica.

Non stupisce che una donna capace e determinata come l’On. Carfagna, abbia voluto essere precisa e chiara e soprattutto conveniamo con il Ministro quando dice che non ci può essere crescita per il paese sino a quando il Nord e il Sud non procederanno uniformemente.

Ci piacerebbe poterla ospitare e farle visitare il porto, le sue attuali infrastrutture pubbliche e private, ma soprattutto condividere con Lei le infinite potenzialità”.

Per questo nei prossimi giorni partirà un invito formale al ministro da parte di Assoporto Augusta secondo cui è arrivato il momento di passare  dalle parole ai fatti: “troppe volte abbiamo letto nei documenti di programmazione dell’importanza del porto di Augusta, così come è da circa un trentennio che si parla di costruire il ponte sullo Stretto ma – prosegue Noè- alle parole non è mai seguito nulla di concreto. Basterebbero queste due opere per cambiare le sorti della nostra Regione e del paese, nel settore della logistica”.

Da tempo Assoporto si  batte affinché il porto megarese possa avere la giusta opportunità di crescita che passa anche attraverso una governance adeguata: “siamo infatti certi che le idee e le soluzioni camminino con le gambe degli uomini e delle donne che meglio le sanno rappresentare e la cui credibilità va oltre i meri tecnicismi. – sottolinea- Abbiamo bisogno di personalità in grado di far sedere al tavolo le migliori intelligenze e imprenditori visionari, capaci di operare quello sviluppo internazionale che il nostro porto merita. Il porto di Augusta, primo porto energetico del nostro paese, deve integrare e diversificare i propri investimenti per rimanere tra i primi porti del Mediterraneo e ciò sarà possibile solo se come si fece nel passato saremo in grado di captare i capitali privati per grandi investimenti nel settore della logistica, dell’energia alternativa e rinnovabile, dei servizi”.

Da tempo l’associazione degli operatori portuali sostiene che i due porti di Augusta e Catania, oggi riuniti in un unica Autorità, devono specializzare i propri territori, trasformando Catania nel salotto buono della città come porto croceristico e diportistico e Augusta come porto industriale e commerciale. “Questa che sembra essere una scelta semplice passa da un migliore utilizzo delle aree esistenti e – spiega ancora Noè- dalla voglia di avere coraggio, rompendo con le solite logiche, di chi vuole che tutto cambi per non cambiare nulla. Sino ad ora non abbiamo visto nessun reale cambiamento e assistiamo ad una città come quella di Catania ostaggio del traffico commerciale portuale senza una stazione marittima degna di una tra le più belle città della Sicilia, senza adeguati spazi da  offrire al mondo delle crociere che presto ripartirà”.

Ad Augusta, invece, si va avanti con il copia ed incolla di progetti vecchi di ormai un ventennio, senza disegnare uno sviluppo nuovo, senza volare alto, senza prospettive adeguate alle dimensioni del porto. “Si assiste ad un ambientalismo di maniera che esclude qualsiasi grande investimento e la mancanza di coraggio porta a presentare progetti sempre più piccoli ed inefficaci, mentre – conclude la presidente dell’associazione degli operatori portuali– in altri paesi, certamente più ambientalisti di noi si procede senza sosta. Si pensi a Copenaghen dove è stato costruito un inceneritore in centro città in grado di dare energia elettrica, acqua calda, risolvere il problema della immondizia, creandone nel contempo infrastrutture legate alla produzione del freddo. In effetti basterebbe copiare le buone pratiche già esistenti in altre realtà,  per iniziare un percorso virtuoso e vantaggioso”.