• 22 Novembre 2024 21:22

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“La crocieristica guarda al futuro”: lo studio voluto da Assoporti in collaborazione con Risposte Turismo

Roma: Difficile, se non quasi impossibile, elaborare una previsione su quando realisticamente alcune attività torneranno ai livelli pre-pandemici. L’Associazione dei Porti Italiani, che in questi ultimi mesi si sta concentrando su temi estremamente rilevanti come la semplificazione delle procedure, la sostenibilità ambientale e la programmazione territoriale, ha voluto far elaborare anche uno studio sulle crociere, uno dei settori più colpiti dagli effetti dell’emergenza sanitaria.

Assoporti, con la partecipazione attiva di tutte le Autorità di Sistema Portuale, ha scelto di riflettere su quali saranno le priorità da gestire quando ragionevolmente l’emergenza pandemica sarà alle spalle. Ciò per far sì che la crocieristica torni ad essere un fenomeno in grado di dare valore ai sistemi portuali e a tutto il territorio nazionale con importanti ricadute sulle economie locali. L’auspicio è quello che migliori, se possibile, nel suo equilibrio tra essere driver di sviluppo e di impatti economico-occupazionali e, al tempo stesso, artefice di una sostenibilità ampia.

Lo ha fatto affidandosi a Risposte Turismo, società di ricerca e consulenza, lavorando assieme alla composizione di un documento strategico che è sintesi di un’estesa attività di raccolta ed elaborazione informazioni, nonché ascolto di numerosi operatori impegnati a vario titolo nella filiera crocieristica.

“La crocieristica guarda al futuro: la lettura del nuovo scenario, le nuove priorità, i nuovi equilibri” è il titolo del report – contenitore delle varie evidenze e degli spunti strategici – che si presenta con un’articolazione in quattro sezioni:

  • la prima propone evidenze quantitative su 10 temi giudicati centrali per cogliere la direzione che sta prendendo il settore, tra essi la domanda, la concentrazione dell’offerta e del traffico, gli ordini ai cantieri;
  • la seconda presenta tante schede quante sono le Autorità di Sistema Portuale, presentando per ciascuna di esse le fonti di investimento, le scelte adottate con riferimento alla crocieristica, i temi prioritari nel futuro prossimo, costruendo di fatto una fotografia aggiornata sulla portualità crocieristica nazionale;
  • la terza è frutto di un esteso lavoro di interlocuzione con imprenditori e manager, italiani ed esteri, sulle traiettorie che interesseranno l’industria crocieristica, dal deployment ai nuovi prodotti fino all’impegno sulla responsabilità sociale.  Inoltre, trova spazio l’analisi delle risposte fornite da un panel di 100 fornitori italiani ai quali è stato chiesto di esprimere la propria percezione sulla situazione attuale e prospettica in considerazione di aspetti quali l’aumento di competitor (internazionali, nazionali, locali) e l’andamento di profitto e fatturato;
  • la quarta ed ultima contiene invece una selezione di 9 punti ritenuti fondamentali come base di una Agenda 2025 della portualità crocieristica italiana, una selezione di priorità ed attenzioni che più di altre si sono ritenute determinanti nell’influenzare le dinamiche del settore in futuro prossimo, il 2025 appunto, non immediato ma neanche troppo lontano.

“Uno dei settori più colpiti dalla pandemia – afferma Francesco di Cesare, Presidente di Risposte Turismo – ma anche uno dei più vivi nel cercare di fornire soluzioni propositive per gestire l’emergenza, deve prepararsi a definire le nuove traiettorie di sviluppo nel momento in cui sarà possibile tornare a contare su condizioni di normalità. In momenti come questi è fondamentale porsi in una prospettiva strategica e riflettere su quelli che, più di altri, saranno i principi cui ispirare l’azione. Il lavoro che abbiamo avuto il piacere di realizzare con e per Assoporti parte proprio da questa istanza”.

“Per Assoporti, il traffico crociere riveste un ruolo cruciale anche per il suo valore strategico nei rapporti tra gli ambiti portuali e le città portuali. È con questo spirito che abbiamo avviato questo studio in una fase così delicata a livello mondiale. Vogliamo contribuire a trovare le migliori soluzioni per questo segmento nel suo rilancio post-pandemia, anche perché credo che proprio la situazione sanitaria che abbiamo vissuto e che stiamo ancora vivendo ci invita a rivedere alcuni modelli. Il turismo crocieristico è molto importante per l’economia del Paese e ci auspichiamo che, anche grazie al nostro contributo, lo stesso possa essere valorizzato pienamente. Vogliamo che diventi uno strumento di progettualità nel tempo dedicato a questo settore, “ha concluso il Presidente di Assoporti, Rodolfo Giampieri.

L’agenda 2025 della portualità crocieristica italiana

L’agenda 2025 della portualità crocieristica italiana non può che essere un’agenda all’insegna della sostenibilità, quest’ultima da intendere in maniera allargata, certamente non limitata alle tematiche ambientali, ma da riferire anche a quelle economiche e sociali. Come molti altri comparti, infatti, l’unica sua possibile evoluzione dovrà poggiare sulla creazione, rispetto e mantenimento di condizioni di equilibrio tra gli stakeholder: chi vi lavora, chi vi investe, chi ne è cliente, chi ne vive le dinamiche pur non essendo direttamente coinvolto.

Come altre agende, si compone di punti (nove) che sono stati ritenuti più importanti di altri, più decisivi di altri nel gestire al meglio – e in qualche caso orientandolo – il fenomeno crocieristico così come si pensa evolverà nei prossimi anni. E come in tutti i lavori di identificazione di scenario, potrà essere modificata ed aggiornata con il passare dei mesi laddove alcune tendenze dovessero dimostrarsi differenti da come sono state immaginate e previste.

Vuole essere una piattaforma di spunti e, se possibile, di indicazioni per la portualità crocieristica italiana, dunque per una parte essenziale del business e del fenomeno, ma pur sempre una parte. Ne sono dunque destinatari in primis le Autorità di Sistema Portuale ma, più in generale, i soggetti impegnati a diverso titolo nella creazione e gestione di offerta ricettiva per le navi da crociera e i loro passeggeri. Ecco dunque che i territori e le destinazioni toccate da questo fenomeno, le istituzioni che le rappresentano, le società terminaliste e gli altri operatori che in esse si muovono, sono possibili “fruitori” di questo lavoro.

Pianificazione (strategica) nazionale. Si tratta di superare l’attuale modello di competizione “a schema libero” per cercare – pur nella assoluta autonomia di ciascun soggetto – un maggior coordinamento puntando ad una maggiore specializzazione per far crescere la competitività dell’intero sistema nazionale e non unicamente quella del singolo scalo.

Execution e semplificazione. I progetti vanno pensati, pianificati, dotati di adeguate risorse, sviluppati e completati (e, possibilmente, monitorati nel loro rispondere agli obiettivi di partenza). È nei tempi di sviluppo dei progetti e di realizzazione degli interventi che si rileva uno degli anelli deboli da superare. La ricerca della semplificazione si inserisce in questo orientamento.

Porti “key” (chiave) e “prospect” (potenziale di sviluppo). Alcuni porti più di altri potrebbero meritare un surplus di attenzione. Da una parte i “key ports” (quelli che potrebbero essere considerati principali per varie ragioni, di traffico e non solo, e che più di altri incidono nel generare traffico in Italia a beneficio anche di altri scali) e dall’altra i “prospect” (quelli che, tra chi oggi presenta bassi livelli di traffico, hanno più margini di crescita, e che possono concorrere a definire itinerari alternativi al classico Grand Tour). Questo punto necessita naturalmente di una forte collaborazione e partecipazione da parte dei territori locali e regionali in cui ricadono i porti. 

Non solo volumi di traffico. Si tratta di uscire dalla trappola della rincorsa a volumi di traffico come unica traiettoria di crescita, dando più rilevanza ad altri obiettivi. Ma può esserci spazio anche per crescere quantitativamente, a patto di creare le migliori condizioni per accogliere e gestire questo eventuale aumento.

Economia circolare e prospettiva 2030. L’ambizione è quella di essere protagonisti a tutto campo nell’erogazione di servizi ispirati all’economia circolare. Azioni da sviluppare sia negli spazi portuali che tra porto e città, anche tramite un concreto impegno – non solo economico ma anche in personale ed attenzione – dedicato al far proprio, giorno per giorno, l’avvicinamento ad alcuni dei goal dell’Agenda2030 delle Nazioni Unite.

Approvvigionamenti energetici. Non si tratta solo delle dotazioni che consentano nuove (diverse e combinabili) soluzioni di alimentazione delle navi in banchina, ma di un processo più esteso che riguardi sin dall’origine la sostenibilità delle fonti energetiche o l’essere rinnovabili.

Filiere e lavoro locali. Le dinamiche delle economie di scala sono uno dei driver del successo del comparto crocieristico, e le catene di fornitura hanno dato sempre più spazio a player globali. Bisogna impegnarsi per assicurare uno spazio maggiore alle filiere e al lavoro locali.

Indirizzo turistico dei territori. Pur nel rispetto dei diversi ruoli e prerogative, è necessario come porti essere protagonisti e proattivi nelle dinamiche di indirizzo di sviluppo turistico del territorio: favorire ed incentivare le relazioni tra stakeholder e operatori del comparto così come farsi trovare interlocutori non solo pronti ma attivatori del dialogo.

Promuovere il comparto. Spetta anche ai porti contribuire a promuovere il comparto, con le sue specificità, necessità e contributi che assicura sui piani economico, occupazionale e sociale, difendendo e rivendicando l’azione di un cluster di aziende così importante.