Odissea per un gruppo di turisti. Capitanerie di porto senza dirigenti
Ritarda l’aereo e sono abbandonati di notte nel porto di Napoli. Non ci fa certo una bella figura il “sistema” di accoglienza e trasporti del Golfo nella vicenda che ha coinvolto l’altra notte 200 turisti russi, tra cui alcuni parlamentari e giornalisti, diretti ad Ischia.
I fatti. L’ultimo volo Mosca-Napoli, con a bordo 304 turisti, ritarda. Ulteriori lungaggini ai controlli e al ritiro bagagli rendono inutile la corsa dei pulmann delle agenzie fino a Calata di Massa. La nave Caremar delle 21:55 è già partita nonostante la richiesta, negata dal comandante, di un ritardo di dieci minuti. Comincia a questo punto il tentativo dei tour operator di organizzare un trasporto privato, operazione resa impossibile dalla mancanza nelle sedi delle Capitanerie di porto di Napoli e Pozzuoli (alle 22:00, in piena estate) di dirigenti in grado di rilasciare l’autorizzazione all’attracco in uno degli scali della terraferma.
Risultato finale: per l’indisponibilità degli alberghi, causa World Urban Forum, 200 persone, compresi anziani e bambini, passano la notte a Calata Porta Massa senza il conforto di un servizio minimo.
Un vero e proprio boomerang per l’immagine turistica di Napoli che chiama in causa anche la Regione Campania. “Che fine hanno fatto – denunciano il commissario regionale dei Verdi Ecologisti Francesco Emilio Borrelli ed il garante regionale del Sole che Ride Carmine Attanasio – le corse notturne (ore 22.20 e 0:20 da Calata di Massa per Ischia e Procida) che dovevano partire a metà agosto, comunicate trionfalmente dall’assessore Vetrella?”.
Sconcerto anche tra gli operatori. “Oramai la Regione Campania è un serio ostacolo allo sviluppo turistico della nostra isola – spiega Ottorino Mattera uno dei maggiori tour operator ischitani e titolare anche di un albergo a Casamicciola – che non solo non viene aiutata nel comparto in cui è leader regionale ma addirittura messa costantemente in difficoltà da assessori e politici incapaci e arroganti. Sono talmente poco produttivi che se lavorassero in una delle mie aziende li avrei già licenziati da tempo”.