Assemblea degli armatori, no all’ampliamento delle competenze per le Ap
Gli armatori italiani hanno dimostrato di saper competere nonostante l’avversa congiuntura economica. Non ha mancato di esprimere il suo orgoglio, Paolo d’Amico, all’Assemblea di Confitarma dove ha affrontato i temi del Registro internazionale, della pirateria e, soprattutto, della semplificazione e dell’ammodernamento delle norme.
Un tema, quest’ultimo, su cui Confitarma ha chiesto “una stagione di ammodernamento”, fatta di informatizzazione delle procedure amministrative e dalla creazione di un’amministrazione “dedicata alle numerose e complesse tematiche del settore”. “Da tempo il mondo marittimo italiano chiede un Ministero del Mare – ha affermato Paolo d’Amico – Se proprio non è possibile, venga almeno ripristinato un Dipartimento per i trasporti marittimi.“
Il presidente d’Amico ha citato alcuni esempi di ammodernamento a costo zero del complesso sistema di regole e procedure di settore: ricorso alla delega agli organismi riconosciuti per le visite di sicurezza e radio all’estero, come avviene in tutti i Paesi marittimi del mondo (per abbattere le ingenti spese connesse all’invio di personale qualificato dall’Italia), adeguamento delle farmacie di bordo alle reali esigenze degli equipaggi e dei passeggeri a bordo delle diverse tipologie di navi (l’attuale disposizione obbliga gli Armatori ad una spesa in gran parte ingiustificata, valutabile nel complesso in circa 6/8 milioni di euro), rendere operativa la banca dati naviglio ed adottare al più presto le norme a costo zero relative al regime amministrativo delle navi (iscrizione, cancellazione, dismissione temporanea, procedure costose, anche in termini di tempo e risorse-lavoro, che all’estero sono già del tutto informatizzate).
Passando al cabotaggio, il Presidente di Confitarma ha sottolineato come, a causa di una carenza della norma comunitaria che nel 1999 ha liberalizzato i traffici del cabotaggio dei Paesi Ue, le Amministrazioni competenti non sono in grado di attivare controlli per verificare la effettiva genuinità di operatori extracomunitari che entrano nei nostri traffici domestici. Anche sulle rotte di short shipping si rilevano discriminazioni a danno degli armatori italiani perché le varie Amministrazioni competenti non riescono” a cementare il loro operato su una strategia comune volta a difendere il sistema-paese”. D’Amico ha anche sollecitato una decisa azione politica per la verifica in ambito comunitario della compatibilità del regime dell’ecobonus per l’anno 2010-2011”.
Sulla privatizzazione di Tirrenia, il Presidente di Confitarma si è riservato di esprimere pareri in attesa che l’intero processo venga completato per alcune società regionali. In particolare, in merito al fatto che la Regione Sardegna ha appena annunciato la costituzione di una società di navigazione per i collegamenti tra Sardegna e Continente, d’Amico ha sottolineato che “non solo tale società viene costituita con denaro pubblico, ma opererà su servizi di linea ove sono già presenti società private” e che “alcune tratte già usufruiscono di sovvenzioni ministeriali. Al contempo, nonostante i numerosi solleciti da Roma e Bruxelles, la Regione Sardegna tarda a privatizzare la società regionale Saremar”.
Per quanto riguarda i porti, il Presidente d’Amico ha ribadito la totale contrarietà dell’armamento alla richiesta avanzata da alcune Autorità portuali di ampliare la propria competenza in materia di determinazione tariffaria e di organizzazione dei servizi tecnico-nautici di ormeggio, pilotaggio e rimorchio, perché ciò significherebbe “il venir meno dell’indispensabile garanzia di una applicazione omogenea a livello nazionale sia dei meccanismi tariffari che delle condizioni di sicurezza operativa strettamente legati a tali servizi. Garanzia che solo il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti può assicurare, in una corretta ed imparziale logica di sistema”. Pur ribadendo la disponibilità al dialogo con Assoporti, Confitarma intende far valere “gli interessi dell’armamento nazionale che, insieme a quello estero, rappresenta l’utente che effettivamente paga tali servizi” e considera estremamente prezioso l’accordo interassociativo, siglato sulla materia nel 2007 da tutte le associazioni rappresentative dell’utenza e degli erogatori dei servizi tecnico-nautici.
In merito ai rapporti con il mondo bancario, il Presidente di Confitarma ha annunciato un tavolo di confronto costruttivo con l’ABI e con le principali banche italiane, “per meglio focalizzare la realtà armatoriale italiana, storicamente composta da entità esclusivamente corporate, di lunga tradizione, ben lontana da fenomeni di “aziende prevalentemente finanziarie” che caratterizzano altre esperienze straniere e per definire delle best practice in grado di soddisfare le esigenze specifiche delle banche e, nello stesso tempo, garantire la continuità aziendale delle nostre imprese”.