Assoporti discute nota della Funzione Pubblica
Niente spending review per le Autorità portuali (forse). I timori di dover tagliare il personale delle Ap (10% dei dipendenti e 20% dei dirigenti) è stato fugato in una riunione di Assoporti da una nota della Funzione Pubblica. Nel documento si ribadisce, infatti, che “pur rientrando tra gli enti pubblici non economici si ritiene non siano direttamente destinatari dell’art. 2 del decreto legislativo 95/2012”.
Un sospiro di sollievo, reso possibile dalla natura “bifronte” delle Ap, così come istituite dalla legge 84/94, e, in particolare, dalle particolari modalità di finanziamento (derivanti dall’incasso di canoni concessori e tasse portuali, dunque non gravanti sul bilancio statale) e dalla “natura privatistica del rapporto di lavoro dei dipendenti delle stesse”.
Nel periodo di riferimento 2001 – 2011, sottolinea al riguardo la nota, riferendosi ai dati del Ministero dei Trasporti e della Navigazione, le voci di entrate delle Ap (aumentate nel frattempo da 21 a 24) “sono passate da euro 110.922.547,00 a euro 375.402.218,00 con una variazione in aumento del 238%”. Allo stesso tempo, sono diminuite le uscite. “Con riferimento a quelle di funzionamento (spese per organi, personale, acquisto di beni e servizi), esse sono passate da circa euro 153.089.000,00 (per le 21 Autorità istituite nel 2001) a euro 141.566.019,00 (per le 24 Autorità portuali esistenti al 2011)”.
Un risultato positivo determinato, soprattutto, dalla riduzione della spesa per acquisto di beni e servizi – da 79 milioni nel 2001 a 28 milioni dieci anni dopo – e dalla diminuzione, nello stesso periodo, del numero complessivo di dipendenti, passati da 1267 a 1246.
Le Autorità portuali come esempio di buona amministrazione e, dunque, al riparo dalla scure della spending review?
Non tanto, vista il finale della nota che sembra mettere, ad ogni buon conto, le mani avanti. “Si reputa opportuno – si conclude – tenere conto, nelle raccomandazioni che codesto ministero vigilante vorrà adottare nei confronti delle Autorità portuali, del richiamato articolo 2 del d.l. 95/2012, attribuendo allo stesso un valore di previsione normativa di indirizzo, in coerenza con le disposizioni generali di riduzione e contenimento della spesa pubblica introdotte dal medesimo decreto legge”.