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Crisi energetica: il GNL tra rischi forniture e prezzi

Crisi energetica: il GNL tra rischi forniture e prezzi

Milano, 16 marzo 2022 – Si è tenuto ieri il primo incontro in streaming del nuovo ciclo di webinar lanciato da ConferenzaGNL: “ORIZZONTI – Quali scenari attuali e futuri per il GNL nel sistema economico italiano ed europeo”. Tre appuntamenti web per confrontarsi sul ruolo dello Small Scale LNG nella transizione energetica.

Tema del primo incontro “Rischio forniture e prezzi, l’impatto sul GNL di piccola taglia”. Sono intervenuti Antonio Peciccia Editor, LNG Daily, Argus Media – e Claudia ChecchiPartner MBS Consulting –, moderati da Diego GavagninCoordinatore scientifico di ConferenzaGNL.

Obiettivo dell’incontro è stato fare il punto sulle implicazioni della crisi energetica internazionale sul comparto dello small scale LNG, che vede l’Italia leader europeo per numero di stazioni di servizio, camion circolanti, diffusione presso industrie e retri isolate.

Un mercato globale che condiziona lo scenario nazionale

Il GNL è una commodity globale, parte di un mercato fortemente interconnesso. Nello scenario attuale, l’Europa sta cercando velocemente la sua alternativa al gas russo importato via gasdotto e in minima parte come GNL nei paesi del Nord Europa. Il gas naturale liquefatto può indubbiamente essere una soluzione ma devono essere presi in considerazione alcuni dati oggettivi. Se da un lato il vecchio continente ha oggi accesso ad una quantità maggiore di GNL rispetto allo scorso anno, in cui l’Asia era il polo che attraeva le metaniere di tutto il mondo, allo stesso tempo sconta un sistema infrastrutturale che non è stato progettato per la ricezione di volumi di GNL così importanti. Rimarcata dai relatori la scelta italiana di realizzare pochi rigassificatori, che permettono la diversificazione delle fonti di approvvigionamento.

La produzione di GNL di Stati Uniti e Australia supera di oltre 15 miliardi i volumi di gas che l’Europa importa dalla Russia ma la capacità di importazione del vecchio continente è limitata e distribuita in maniera disomogenea. Più del 50% della capacità di rigassificazione è in tre Paesi (Spagna, Portogallo e Regno Unito) collocati a ovest del continente e infatti attualmente molto meno dipendenti dalla Russia di altre Nazioni, come Germania e Italia.

La soluzione alla crisi dovrà essere strutturata e basata su una nuova strategia energetica in cui l’asse degli accordi di fornitura si dovrà spostare verso occidente e sud.

In questo quadro di sviluppo, l’Italia, fortemente condizionata dall’import estero di gas, si caratterizza per una buona flessibilità del sistema rispetto ad altri Paesi, una capacità di reazione che potrebbe migliorare anche grazie ai progetti di Porto Empedocle e Gioia Tauro, due rigassificatori per una capacità complessiva di circa 20 miliardi di metri cubi. Un supporto importante all’indipendenza energetica del Paese.

L’Unione europea giocherà un ruolo chiave nel coordinare le politiche nazionali necessarie a rispondere alla crisienergetica. L’auspicio è che per andare avanti e superare le difficoltà non si facciano passi indietro sul sentiero della sostenibilità.

Attraverso RePower EU la Commissione europea sembra mantenere salde le intenzioni per il futuro, ciò comporterà, nel comparto del gas naturale liquefatto, un’accelerazione sul bioGNL e un consolidamento – probabile – del mercato di breve termine, anche se i costruttori dei liquefattori privilegiano i contratti  lungo termine.

Più in generale si assiste ad una crescita del GNL come driver dei mercati energetici mondiali al posto del petrolio, più soggetto alla volatilità dei prezzi. Questo implica la necessità di una maggiore capacità globale di stoccaggi da utilizzare nelle emergenze, sia di prezzo che di fornitura.

Il presente e le prospettive per lo small scale LNG

Le dinamiche globali dei prezzi del GNL, che avevano già toccato livelli record prima della crisi ucraina, non sembrano ancora aver impattato significativamente sugli investimenti nel settore, anche se alcuni di questi sono probabilmente dovuti a impregni precedenti alla crisi.

Da inizio anno in Italia si sono aggiunte 7 stazioni di servizio a GNL, alle 133 recensite a fine anno. A livello globale a febbraio si è anche registrato un calo negli ordini di navi alimentate a gas naturale liquefatto, dopo i record mensili registrati per tutto il 2021 e fino a gennaio 2022, con 40 grandi navi.

Più che gli aumenti assoluti dei prezzi, negli scorsi mesi ha pesato sul settore il divario che si è aperto con i prezzi del gasolio, fino a quando il peggioramento della crisi, che ha coinvolto anche i rifornimenti di petrolio, li ha riportati in precario equilibrio. Anche per i prossimi mesi il vantaggio del GNL appare comunque ridotto e certamente aiuterà lo sconto in fattura del 20% sulle spese di rifornimento deciso dal Governo.

Le strategie europee per l’indipendenza energetica del continente basate sulle fonti rinnovabili potranno generare incertezza sulle prospettive del GNL anche di piccola taglia, ma al momento il metano liquido è l’unica alternativa a combustibili ben più inquinanti e climalteranti. L’Europa punta anche molto sulla produzione del biometano, a impatto climatico neutro, e questo rafforza le prospettive degli usi diretti del GNL, miscelato con il bioGNL e in prospettiva sostituito in alcuni usi.

Dal punto di vista del contributo del gas naturale liquefatto alla crisi attuale, è interessante la possibilità, avanzata da un deposito per usi small scale, che non si rifornisce di gas in Russia, di produrre temporaneamente in pochi mesi anche energia elettrica, riducendo l’uso del metano importato via gasdotto già entro quest’anno.

 

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