Stop alle polemiche, i porti vogliono più autonomia finanziaria
Tregua armata in Assoporti dopo i fuochi d’artificio per il finanziamento da 100 milioni per il porto d’altura di Venezia che, capofila Genova, aveva suscitato un vespaio di polemiche nella scorsa settimana. L’associazione, al termine di una riunione del Consiglio Direttivo, ha fatto sua la posizione dell’Ap di Venezia (l’opera rientra nell’ambito del progetto Mose) pur sottolineando la necessità di collocarlo in un “quadro di disegno strategico complessivo del sistema logistico portuale”. Nasce da qui la richiesta al governo di istituire un tavolo di confronto al fine di “scongiurare che per rispondere a particolari esigenze si vadano a precondizionare esigenze e futuri sviluppi del settore”. Nel mirino l’autonomia finanziaria dei porti, limitata all’1% del gettito dell’Iva (poco più di 70 milioni), misura considerata insufficiente per supportare il sistema degli scali della penisola. Assoporti ha chiesto un formale impegno a potenziare le iniziative finanziarie a supporto della portualità ribadendo come l’autonomia rappresenti “lo strumento più valido per consentire agli scali virtuosi di avere risorse tali da rispondere alle potenzialità dei traffici”.
Tra gli argomenti affrontati dal direttivo anche l’esclusione delle Autorità portuali dall’elenco Istat delle P.A., problematica che sta influenzando il tavolo di confronto per il rinnovo del contratto internazionale.
I commenti sono chiusi.