Milano, 5 ottobre 2022 – Alla presenza delle autorità istituzionali locali e nazionali (in collegamento da Roma è intervento il ministro delle Infrastrutture e delle Mobilità Sostenibili Enrico Giovannini) si è aperto mercoledì 5 ottobre a Padova Green Logistic Expo 2022, il Salone Internazionale della Logistica Sostenibile, in calendario per tre giorni all’interno dei padiglioni di Padova Fiere. L’evento è stato anche l’occasione per inaugurare ufficialmente i nuovi spazi nel comprensorio dell’interporto della città veneta: un neonato complesso di 40mila metri quadri (al quale se ne aggiungeranno presto altri 5mila) che posiziona così la struttura fra le più importanti del settore.
A seguire si è tenuto il convegno “La logistica per trasformare l’Italia-La sfida della filiera”, a cura di Assologistica. La relazione introduttiva è stata tenuta da Umberto Ruggerone, presidente di Assologistica, che ha esordito ricordando come “Padova rappresenti la culla dell’intermodalità, una storia che risale addirittura al 1970, dove proprio l’idea dell’Interporto vide la luce. Qui venne pensato proprio il concetto specifico di valorizzazione delle merci in fase di trasporto, diventando in pratica una delle definizioni stesse di logistica”. Una sorta di comandamento, ha proseguito Ruggerone, “che si è sviluppato nel tempo e che proprio noi di Assologistica abbiamo voluto fare nostro.”
“Da tempo – ha proseguito Ruggerone – segnaliamo come l’incremento dei costi in tutti i settori eterogenei che la logistica ricomprende avrebbe prodotto segnali inflattivi importanti”. In pratica, per il presidente di Assologistica, “dinamiche indotte dalla pandemia e dalla guerra: è come se la storia fosse tornata a ‘sedere ai nostri tavoli’, presentandoci il conto. E’ per questo che come operatori della logistica abbiamo lavorato negli ultimi mesi cercando di comunicare i rischi e proporre le soluzioni perché riteniamo che inevitabilmente vada affrontato il tema dei costi della logistica che si integra nel processo che genera le onde inflattive: un tema che può essere affrontato solo congiuntamente con tutta la filiera, integrando anche la committenza”.
Altro aspetto è quello legato agli sviluppi industriali che stanno cambiando tutto il settore perché a cambiare nel suo complesso è tutta la produzione globale, a una velocità impensabile fino a poco tempo fa. Per esempio bisogna tener conto del paradigma energetico, come quello connesso al trasporto elettrico. Ruggerone ha quindi sottolineato come “larga parte del settore della componentistica dell’automotive dovrà essere ripensato, e questo vuol dire quindi ripensare ai flussi logistici di prodotti che non sono più di matrice europea, soprattutto in quei due grandi polmoni che sono attestati nell’area nord-est della Pianura Padana e in Baviera. Infatti, i nuovi poli logistici della componentistica si stanno attrezzando in Africa con grandi aziende di proprietà cinese. E questa è una di quelle grandi sfide che vorremmo intraprendere con il nuovo Governo”, non meno importante di quella connessa all’immobiliare logistico, che per il presidente di Assologistica rappresenta l’altra grande criticità che va sostenuta a livello politico, locale e nazionale, visto che l’argomento “va affrontato anche tenendo conto delle esigenze dei territori, tanto che la nostra associazione lo ritiene tema interamente da ripensare a livello legislativo, che attualmente si basa su disposizioni che risalgono a decenni fa”.
Per finire, ha chiosato Ruggerone, non meno rilevante è l’importanza che il settore deve rivestire a livello occupazionale, “perché molti operatori stanno sottolineando con sempre maggiore insistenza la difficoltà di intercettare professionalità all’altezza: il mercato si sta evolvendo sempre più velocemente ed è molto sentito il bisogno di competenze specifiche che invece si faticano a reperire. Non esiste un’adeguata formazione di figure professionali specifiche. Per quanto riguarda, come Assologistica abbiamo messo a punto un accordo per la formazione post diploma ed universitaria, iniziative che registrano un tasso di successiva occupazione pari al 98%, numeri da considerare senz’altro come esempio lungimirante e auspicabilmente ripetibile. Naturalmente risulta quasi pleonastico sottolineare come anche in questo caso tutto debba svilupparsi all’interno di logiche di filiera condivise, oltre che caratterizzarsi con regole ben precise e ineludibili, per una vera sostenibilità sociale del settore , un tema rispetto al quale siamo fortemente impegnati e che dovrà essere traguardato da sistemi di certificazione di filiera”.