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Pesca, il nuovo FEAMP vale 6,5 milioni

DiAlessandro Cerri

Dic 5, 2011

Sostenere la transizione verso un’attività più sostenibile

 

 

Un Fondo europeo per la pesca da 6,5 milioni di euro per il periodo 2014-2020. È l’ennesimo intervento proposto dalla Commissione europea per un settore dove la transizione verso attività più sostenibili dal punto di vista ambientale è considerata una strada ineludibile.

Il FEAMP (Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca) è considerato lo strumento fondamentale per attuare la riforma della politica comune della pesca avanzato lo scorso luglio: offrirà agli operatori gli incentivi necessari per ridurre l’impatto delle loro attività sugli ecosistemi marini, porre fine all’eccessivo sfruttamento delle risorse e arrestare il declino degli stock ittici.

“Questo nuovo Fondo – ha spiegato la commissaria agli Affari Marittimi, Maria Damanaki – consentirà di rafforzare la crescita economica e di creare nuovi posti di lavoro. Non si spenderanno soldi per costruire grandi imbarcazioni. Saranno invece la pesca artigianale e l’acquacoltura a trarre vantaggio dalla maggiore attenzione riservata alle questioni ambientali nello stanziamento dei fondi di bilancio della politica comune della pesca”.

Tra le novità del FEAMP, nessuna risorsa destinata allo smantellamento dei pescherecci (nonostante dagli anni ‘90 ad oggi siano stati spesi 1,7 miliardi di euro la flotta Ue continua a presentare un eccesso di capacità) e un contributo alla realizzazione dell’Agenda sociale della Commissione: “nelle imprese di pesca a gestione familiare – ricorda Bruxelles – i coniugi svolgono spesso un ruolo fondamentale. Essi potranno d’ora in poi beneficiare di un sostegno per azioni di formazione o per altre attività economiche collegate alla pesca. Le organizzazioni di produttori saranno assistite nella pianificazione della produzione, affinché possano soddisfare la domanda del mercato e siano in grado di commercializzare i loro prodotti rispondendo alle aspettative di un pubblico sempre più consapevole”.

Il nuovo Fondo sosterrà, inoltre, progetti innovativi, quali la sostituzione delle reti da pesca con attrezzi più selettivi al fine di ridurre i rigetti in mare o lo sviluppo di nuove tecnologie in grado di contenere l’impatto della pesca e dell’acquacoltura sull’ambiente.

“Mentre accogliamo con favore l’abolizione delle sovvenzioni che aumentano la capacità di pesca della flotta – ha commentato Marco Costantini, Responsabile Mare del WWF Italia –  siamo preoccupati per gli stanziamenti proposti per la modernizzazione delle attrezzature e dell’acquacoltura. Sono necessarie garanzie rigorose per evitare che questi fondi di sostegno per le flotte di grandi dimensioni possano danneggiare l’ambiente. In tempi di austerità finanziaria l’ultima cosa che i cittadini dovrebbero essere chiamati a fare è pagare per mantenere un settore non redditizio come quello delle flotte per la pesca che continua a sfruttare eccessivamente le scarse risorse naturali”.

Il nuovo Fondo consentirà di cofinanziare progetti con gli Stati membri. “La dotazione totale – sottolinea la Commisisone – sarà ripartita tra gli Stati membri in funzione dell’importanza del settore della pesca di ciascun paese. Si applicheranno quindi i principi della gestione: ogni Stato membro elaborerà un programma operativo in cui indicherà come intende utilizzare i fondi ad esso assegnati per il periodo di programmazione”.

Di Alessandro Cerri

Classe 1963, nato a Foggia, giornalista esperto in attività marittime e portuali, ha diversi titoli di laurea come; Scienze dell'Amministrazione, Conservazione dei Beni Culturali "Archeologia Subacquea", Magistrale in Lettere moderne e Magistrale in Giurisprudenza.