Lanciato oggi il progetto, in collaborazione con Libano e Giordania, finalizzato alla creazione di strumenti per monitorare e tracciare gli sversamenti in mare di petrolio e materiali inquinanti
Genova, 30 maggio 2023 – È stato presentato ufficialmente oggi presso la sala del Capitano di Palazzo San Giorgio di Genova PROMPT (Preparedness for Operational Monitoring and Prediction of contaminant Transport in the Sea), progetto europeo finanziato nell’ambito del programma Prevention and Preparedness Projects on Civil Protection and Marine Pollution (UCPM-2022-PP).
Oltre ai rappresentanti dell’Università di Genova (Dipartimento di Ingegneria Civile, Chimica e Ambientale), capofila del progetto erano presenti i partner europei e non solo: Fundacion IH Cantabria, Office de l’Exploitation du Port de Tripoli, University of Jordan, PM_TEN, WASDI sarl, European Research Institute Onlus.
PROMPT nasce per contrastare l’inquinamento marino e salvaguardare l’ambiente: gli Stati membri dell’UE hanno segnalato più di 22000 incidenti marittimi tra il 2014 e il 2020, eventi rischiosi per la fuoriuscita di petrolio e sostanze chimiche, le cosiddette Hazardous-Noxious-Substances (HNS), che causano da un lato la contaminazione del mare, dall’altro il rilascio di sostanze volatili pericolose e la loro conseguente dispersione in atmosfera. La principale finalità del progetto PROMPT, che ha preso il via con il 2023 e si protrarrà per due anni, è l’aggiornamento e l’estensione del Decision Support System (DSS), sviluppato nel quadro del progetto europeo BE-READY, con l’obiettivo di migliorare la risposta al contrasto dell’inquinamento idrico e della dispersione atmosferica della parte volatile del petrolio e delle fuoriuscite di HNS. Tra gli scopi del progetto non solo l’implementazione degli strumenti operativi, ma anche il consolidamento e il trasferimento delle competenze a vantaggio dei sistemi di supporto decisionali degli operatori locali di Libano e Giordania, paesi partner della European Neighbourhood Policy.
«PROMPT vuole soprattutto agire come supporto al trasferimento di buone pratiche in paesi dell’altra sponda del Mediterraneo come Libano e Giordania, i nostri partner principali – spiega Giovanni Besio, responsabile di progetto per l’Università di Genova – le competenze europee dei partner del progetto spagnoli e italiani svilupperanno un sistema che sarà implementato in Libano e Giordania. Si tratta di un supporto al sistema decisionale frutto di analisi probabilistiche e del rischio legate allo sversamento in mare e al rilascio in atmosfera di sostanze inquinanti. A Genova, in particolare, ci occuperemo del sistema legato alla previsione per lo sversamento in mare».
PROMPT integrerà in particolare gli strumenti informatici sviluppati nell’ambito del precedente progetto BE-READY implementando modellazioni numeriche della circolazione costiera e dei processi di dispersione in prossimità del porto di Genova, uno dei più grandi porti del Mediterraneo, che si trova in prossimità di aree ambientali altamente sensibili. Inoltre verranno implementati scenari caratteristici della dispersione di sostanze volatili collegati alle fuoriuscite di petrolio e HNS nei porti di Tripoli e Aqaba tramite tecniche di big data analysis e di modellazioni numeriche ad alta risoluzione sviluppate ad-hoc dai partner del progetto.
Saranno sviluppati algoritmi in grado di identificare e caratterizzare automaticamente eventuali sversamenti utilizzando dati provenienti da immagini satellitari, al fine di integrare nel DSS uno strumento dedicato per una localizzazione precisa delle aree interessate dagli incidenti. I contributi tecnico-scientifici prevedono anche lo sviluppo di algoritmi intelligenti per l’identificazione di oggetti galleggianti pericolosi per la navigazione commerciale e da diporto
Al cuore del progetto PROMPT ci sono il programma di scambio e la cooperazione con i paesi dell’altra sponda del Mediterraneo, ma non solo. «PROMPT aiuterà a sviluppare altri due aspetti nel sistema di previsione – prosegue Giovanni Besio – il riconoscimento dei dati derivanti dal satellite sugli sversamenti di petrolio e, come richiesto dall’Unione Europea, il riconoscimento di oggetti galleggianti di grandi dimensioni, come i container, per la sicurezza della navigazione. A Tripoli faremo un esperimento in scala dal vero per verificare le capacità di questo tipo di strumento e stiamo già lavorando su simulazioni numeriche di possibili sversamenti sia in aria che in acqua, attività tecniche e scientifiche che porteranno allo sviluppo del sistema e alle quali seguirà la parte di training e passaggio di competenze con i Paesi terzi, Libano e Giordania, che si dovranno occupare di sicurezza ambientale».