“Il Mediterraneo come mare di pace e di fraternità tra i popoli” ha detto Hayet Guettat Guermazi Ministro degli Affari Culturali della Tunisia, prima donna a ricoprire la carica di Direttore di Alecso, la Lega Araba della Cultura, intervenuta oggi alla Conferenza “#unite4heritage: archeologia e cooperazione culturale dal 2015 a oggi”, organizzata in collaborazione con il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e incentrata sul tema della cooperazione culturale. “Anche se Italia e Tunisia sono su due sponde diverse condividono tante cose, a partire dall’eredità comune dell’impero romano, e dobbiamo insistere sulla strada della cooperazione culturale perché è attraverso di essa che si può arricchire il dialogo fra i popoli del Mediterraneo, punto di riferimento della politica estera nella cooperazione per la tutela e lo sviluppo del patrimonio culturale a cominciare da quello subacqueo che ci sta molto a cuore”.
“L’Italia ha una grande responsabilità nel panorama mondiale: dare un contributo al progresso dell’umanità – ha sottolineato Edmondo Cirielli, Vice Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione internazionale a cui sono state affidate le conclusioni della conferenza – “I nostri antenati, con la bellezza che ci hanno lasciato, ci hanno consentito di essere un Paese ricco, forte e con un patrimonio culturale straordinario. L’Italia, inoltre, è uno dei Paesi più importanti dell’Unesco, attivo dal punto di vista del contributo delle idee e delle attività. La Provincia di Salerno è un riferimento importante sul piano dei beni archeologici. Conosco molto bene la BMTA anche perché sono salernitano e sono stato Presidente della Provincia – ha sottolineato il Vice Ministro – Ringrazio il Direttore della Borsa Ugo Picarelli per la sua genialità perché ha regalato alla Provincia di Salerno una grande vetrina”.
Nell’ambito della BMTA si è svolto anche un incontro bilaterale Italia-Tunisia tra il Vice Ministro Cirielli e il Ministro Guettat Guermazi.
Al termine della conferenza è stato consegnato il Premio “Paestum Mario Napoli” all’École française de Rome per l’anniversario dei 150 anni dalla fondazione, un impegno straordinario a favore della ricerca sulla storia, l’archeologia e il mondo contemporaneo.
“È un grandissimo onore ricevere questo Premio tanto più che la sua attribuzione all’École française de Rome corrisponde con la ricorrenza dei nostri 150 anni di attività nel campo dell’archeologia e della valorizzazione delle ricerche che abbiamo condotto” ha detto Brigitte Marin Direttore dell’École française de Rome nel ritirare il Premio. Dopo aver ripercorso la storia dell’Ecole, dalle prime grandi difficoltà per scavare in Italia quando un giovane Stato italiano non concedeva permessi di scavi agli stranieri, ai grandi scavi dell’Ecole del secondo dopoguerra (Bolsena, Megara Hyblaea) per decenni e decenni campi di scoperta e di pubblicazione importanti, la Marin ha spiegato come negli anni “si è allargato il campo di azione dell’Ecole, dandoci sempre più da fare sul piano della fruibilità un pubblico sempre più ampio per rendere accessibili le nostre conoscenze. In questa ottica – ha annunciato – per la ricorrenza dei 150 anni stiamo cercando di dare più visibilità al nostro patrimonio, in particolare alla nostra collezione di oggetti antichi – vasi, ceramiche, materialità della vita quotidiana – del periodo romano ed etrusco, formata da diverse donazioni, di cui abbiamo ripreso lo studio e l’inventario, e che esporremo in una Mostra nel 2024 presso la sede a piazza Navona raccontando attraverso questa esposizione la storia dell’Ecole intrecciata alla formazione di questa collezione. La Mostra sarà resa in parte anche fruibile sul portale dell’Ecole con la scansione in 3d di alcuni oggetti”.
Per la prima volta conferito a una scoperta italiana l’International Archaeological Discovery Award “Khaled al-Asaad” che la BMTA in collaborazione con Archeo, il primo mensile archeologico in Italia, assegna dal 2015 alle scoperte archeologiche votate dalle principali testate archeologiche internazionali media partner della Borsa: Antike Welt (Germania), arCHaeo (Svizzera), AiD Archäologie in Deutschland (Germania), Archéologia (Francia), Current Archaeology (Regno Unito), Dossiers d’Archéologie (Francia).
Il Premio, intitolato all’archeologo di Palmira che ha pagato con la vita la difesa del patrimonio culturale, è l’unico riconoscimento a livello mondiale dedicato alle scoperte archeologiche e ai suoi archeologi, che con sacrificio, dedizione, competenza e ricerca scientifica affrontano quotidianamente il loro compito nella doppia veste di studiosi del passato e di professionisti a servizio del territorio.
Prima della premiazione è stato presentato un video inedito su Palmira realizzato dall’ultimo direttore per il Turismo Mohamed Saleh, che nell’illustrarlo ha dichiarato: “Quando perdiamo la tradizione, perdiamo il rispetto; se non si possono ricordare le vecchie generazioni e i costumi del passato, vuol dire che è stata distrutta l’identità culturale di un territorio”.
“L’immagine di Palmira è sempre viva a ogni edizione della Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico di Paestum; mentre le diplomazie lavorano per recuperare completamente i rapporti tra Italia e Siria, mentre Mohamad Saleh è oggi docente universitario a Francoforte, non c’è stato un solo anno in cui la Borsa non abbia dedicato la sua attenzione all’antica, bellissima Sposa del deserto” ha ricordato il Direttore e ideatore della BMTA Ugo Picarelli.
Alla 9ª edizione il premio è stata conferito alla scoperta delle 24 statue di bronzo di epoca etrusca e romana ritrovate a San Casciano dei Bagni, in provincia di Siena ed è stato consegnato al Sindaco di San Casciano dei Bagni Agnese Carletti in rappresentanza dell’Amministrazione Comunale titolare dell’area e a Jacopo Tabolli responsabile scientifico dello scavo.
Risalenti a un periodo compreso tra il II secolo a.C. e il I d.C., sono state protette per 2.300 anni dal fango e dall’acqua bollente delle vasche sacre del santuario votivo insieme a monete, ex voto e iscrizioni latine ed etrusche. La scoperta rappresenta un modello di collaborazione tra Comune (nel 2019 iniziò a finanziare lo scavo del Bagno Grande, dopo aver acquistato il terreno privato e richiesta la concessione, affidando la direzione operativa a Emanuele Mariotti), Ministero della Cultura (Direzione Generale ABAP in collaborazione con la Soprintendenza per le province di Siena, Grosseto e Arezzo), Direzione Scientifica dello scavo (Jacobo Tabolli Ricercatore all’Università per Stranieri di Siena), volontariato locale (Associazione Archeologica “Eutyche Avidiena”), con la collaborazione di specialisti di ogni disciplina: dagli architetti ai geologi, dagli archeobotanici agli esperti di epigrafia e numismatica di più atenei del mondo.
“Un motivo di grande orgoglio questo premio sia perché è la prima volta che viene attribuito all’Italia sia perché è assegnato a un team di ricerca molto grande – ha detto Jacopo Tabolli – siamo una squadra di più di ottanta ricercatori e ricercatrici che da tutto il mondo ogni anno vengono con noi a scavare a San Casciano dei Bagni nelle acque calde di un Santuario etrusco e romano dove l’anno scorso sono emerse queste statue: una scoperta assolutamente eccezionale. Il valore storico sta nello stato di conservazione eccezionale di queste statue all’interno del fango caldo ma soprattutto nella loro possibilità di raccontare una storia: una storia di convivenza pacifica tra etruschi e romani, un momento di passaggio storico in cui due popoli contrapposti altrove trovano in un luogo sacro un momento di sintesi”.
“Questo è il risultato di una volontà di amministrazioni comunali che si sono succedute una dopo l’altra e che hanno voluto investire per andare a ricercare quelle che sono le radici di una comunità piccola come la nostra” – ha evidenziato Agnese Carletti. “Siamo stati convinti fin dal primo momento che questa ricerca avrebbe potuto dare delle risposte importanti da tanti punti di vista: identitario, sociale e ovviamente anche economico e turistico. La scoperta delle statue ha dato una spinta molto importante alla progettualità molto ampia che tutti gli enti di natura diversa coinvolti insieme hanno messo in campo”. Sulla reazione della comunità il Sindaco ha aggiunto che “la comunità è partecipe e curiosa anche grazie al fatto che abbiamo deciso di rendere fruibile sia il sito che le informazioni che vengono dal sito: insieme stiamo cercando di organizzarci per accogliere più persone che ci auguriamo verranno a visitare il sito e a vivere il nostro territorio”.