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A Gioia Tauro il più grande sequestro di cocaina degli ultimi 15 anni

DiGabriele Nosso

Lug 18, 2011

La droga proveniente dal Brasile era diretta al mercato italiano ed europeo

Il più ingente sequestro di cocaina degli ultimi 15 anni in Italia è stato effettuato nel porto di Gioia Tauro dal Nucleo investigativo dei Carabinieri di Roma con la collaborazione del Comando provinciale di Reggio Calabria. Dieci quintali di polvere bianca, purissima, per un valore stimato attorno ai 250 milioni di euro.

Destinata probabilmente al mercato italiano e a quello del centro e nord Europa, la droga era nascosta in 40 carrelli trasportatori per uso agricolo che viaggiavano a bordo di una nave mercantile proveniente dal Brasile.

L’operazione è partita da una segnalazione generica della SOCA (Serious Organised Crime Agency), agenzia inglese specializzata nella lotta alla criminalità organizzata, che aveva segnalato il possibile sbarco di una grossa partita di droga in uno dei porti italiani. Da lì è partita una serrata serie di controlli negli scali di Genova, Civitavecchia, Gioia Tauro e Messina. Riscontri incrociati sono stati effettuati, collaborando con gli esperti del Servizio antifrodi doganali, lo Svad, sulle documentazioni che accompagnano i container: fino all’individuazione di un carico “fantasma”, a Gioia Tauro, sulle cui carte figuravano incerte informazioni su destinatario e contenuto. Infine, la “scannerizzazione” dei carrelli e la certezza della presenza di oggetti nella parte cava degli assi portanti. Sono stati così portati alla luce 1.000 panetti di coca del peso di un chilogrammo che avrebbero fruttato, una volta raggiunti i mercati di Lombardia, Olanda e Gran Bretagna, una cifra superiore al milione di euro.

Considerata a suo modo un’operazione “storica” il sequestro di Gioia Tauro secondo gli inquirenti “non intacca il mercato di origine ma danneggia fortemente il narcotraffico italiano ed europeo”. Allo stesso tempo testimonia anche dello spostamento sia delle rotte tradizionali del narcotraffico, che vedono sempre più nel Brasile una base logistica alternativa a Colombia e Messico, sia degli scali di arrivo, con Gioia Tauro a soppiantare i porti olandesi. “E’ presto per far ipotesi su eventuali collegamenti con la ‘ndrangheta – ha spiegato il pm aggiunto della Dda di Roma, Giancarlo Capaldo – anche se la movimentazione di un carico simile comporta la necessità di avere degli appoggi locali: resta da capire se tali eventuali appoggi debbano essere ricercati all’interno di una rete criminale organizzata”.

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