Verificare la risposta operativa nel caso di ricerca e soccorso di un aeromobile precipitato in mare. E’ il quadro in cui si è svolta al largo di Ischia l’esercitazione internazionale “Squalo 2003” coordinata dal centro di soccorso marittimo della Direzione Marittima e dalla Prefettura di Napoli. Un evento a cadenza annuale, organizzato fra i Paesi aderenti agli accordi internazionali per la ricerca ed il soccorso nel Mediterraneo occidentale, cui hanno partecipato anche Spagna e Francia con l’invio di tre mezzi aerei e. come osservatori, due membri della Guardia Costiera della Turchia. L’esercitazione che ha coinvolto a vario titolo amministrazioni dello Stato ed enti locali ha visto l’impiego di 20 unità navali e otto velivoli (due aerei e sei elicotteri). Tra le procedure verificate: la corretta esecuzione delle fasi di ricerca e soccorso, l’attuazione delle procedure di recupero dei naufraghi in mare, approntamenti (sulla banchina di Calata Porta Massa) dei soccorsi in terra. “Tutta la complessa macchina organizzativa – ha sottolineato la Capitaneria di Napoli – è sembrata molto pronta a rispondere all’emergenza anche se sono stati rilevati punti di criticità che saranno oggetto di approfondimenti per il successivo miglioramento delle procedure adottate”.
Il teatro operativo dell’esercitazione
L’ aereo civile modello “atr 72” denominato “shark 2013” con a bordo 60 passeggeri e 4 persone di equipaggio, regolarmente decollato dall’aeroporto di Genova Sestri in mattinata e diretto all’aeroporto di Pontecagnano, nell’avvicinamento a Sorrento, prima dell’ atterraggio, durante il sorvolo dell’isola di Ischia dichiara avaria e la comunica come previsto alla torre di controllo dell’aeroporto di Capodichino. Subito dopo il comandante del velivolo dichiara emergenza riportando lo spegnimento di entrambi i motori e l’intenzione di provare un ammaraggio, che riesce ad effettuare senza riportare grandi danni al velivolo che resta integro e galleggiante, grazie anche alle buone condizioni del tempo sulla zona. La torre di controllo di Capodichino fa scattare le procedure operative interne e comunica alla sala operativa della capitaneria di porto di napoli, la situazione di emergenza in atto. La Guardia costiera attiva le operazioni di ricerca e soccorso per l’invio in zona delle unita’ navali di guardia e l’allertamento dei propri mezzi aerei e navali e delle altre amministrazioni dello stato disponibili, dando attuazione al locale piano di emergenza e informando al contempo la prefettura di napoli per l’attivazione del piano di competenza relativo al dispositivo di protezione civile locale. Dopo aver affettuato le attivita’ di ricerca i naufraghi vengono localizzati e successivamente soccorsi e recuperati dai mezzi aeronavali intervenuti.Gli stessi sono stati successivamente sbarcati al posto medico avanzato allestito in porto a cura dell’ unita’ di crisi sanitaria regionale e, dopo la selezione, in base all’entita’ dei traumi riportati, i feriti piu’ gravi sono stati condotti ai nosocomi cittadini a mezzo autoambulanze. La viabilita’ e gli aspetti di ordine pubblico sono stati coordinati dalla prefettura di napoli con l’impiego delle pattuglie delle forze dell’ordine attraverso il centro di coordinamento soccorsi attivo presso la prefettura.