Bono:“ci aspettano quattro o cinque anni di difficoltà”
Dopo una lunga collaborazione e una decina di progetti comuni Fincantieri e Consiglio Nazionale delle Ricerche hanno scelto la strada della partnership strategica attraverso un accordo cui seguirà una convenzione attuativa sotto l’egida del MIUR. L’intesa, nell’ambito delle attività di ricerca, innovazione tecnologica e formazione nel settore della cantieristica navale, sarà anche propedeutica all’attuazione di RITMARE – Ricerca Italiana per il Mare – uno dei progetti “bandiera” del Programma Nazionale della Ricerca 2011-2013 del MIUR, che intende unire politica marittima e marina attraverso la collaborazione tra il sistema degli enti pubblici di ricerca, coordinati dal CNR, e la piattaforma tecnologica nazionale marittima.
Con l’obiettivo di “catalizzare le migliori competenze del Paese” in un programma interamente dedicato al mare RITMARE vedrà protagonisti Fincantieri e CNR nella ricerca di tecnologie per il risparmio energetico, la riduzione dell’impatto ambientale dei mezzi navali, la sicurezza a bordo, il monitoraggio degli ambienti indoor.
“Questo primo accordo di partenariato tra CNR e Fincantieri – ha affermato il presidente del CNR Francesco Profumo – rappresenta un passo molto importante per ricerca, formazione e trasferimento tecnologico. L’attività cooperativa e collaborativa tra i due enti vuole creare una filiera di formazione, ricerca, innovazione e servizi per far crescere CNR e Fincantieri. Inizialmente l’intesa avrà come obiettivi i temi dell’energia, dell’ambiente e della sicurezza con l’intento di anticipare la domanda del mercato in termini di ricerca e con la speranza di creare nuovi posti di lavoro”.
A margine della firma dell’accordo, l’Amministratore Delegato di Fincantieri, Giuseppe Bono, soffermandosi sul futuro del Gruppo, non ha escluso un ridimensionamento della forza lavoro, “conseguenza dell’attuale situazione del mercato, con una capacità di costruzione di 18 navi per anno, contro una richiesta di 6-8 navi l’anno”. Tuttavia, ha sottolineato, “l’azienda non intende lasciare a casa nessuno, utilizzando misure come ammortizzatori sociali e mobilità esterna e interna. Ci aspettano – ha concluso – quattro o cinque anni di difficoltà, speriamo di uscirne fuori”.