Il documento di programmazione finanziaria porta ad oltre 600 milioni la quota di investimenti per i porti
Stanziamenti per opere pari a 275 milioni di euro sul triennio 2023 – 2025, un’iniezione di liquidità di 109 milioni per investimenti già dal prossimo anno e l’inserimento in programmazione pluriennale di pressochè tutti gli oltre 468 milioni di euro di risorse vincolate per interventi infrastrutturali.
È, in sintesi, quanto previsto dal Bilancio di previsione 2023 e dal Programma triennale delle opere approvati, questa mattina, in Comitato di Gestione.
Documenti di programmazione finanziaria ed infrastrutturale che tengono conto dell’attuale instabilità economica internazionale, ma anche della straordinaria performance dei porti sardi che, nell’anno in corso, hanno compensato – ed in buona parte superato – le perdite dell’ultimo biennio di pandemia e che, quindi, richiedono ulteriori investimenti per mantenere alta e sostenibile la competitività nello scenario internazionale.
Proprio proseguendo nella politica di infrastrutturazione e di manutenzione già avviata nel biennio 21 – 22, l’AdSP, con la pianificazione per il prossimo triennio, ha portato ad oltre 600 milioni di euro il portafoglio complessivo degli investimenti analiticamente nell’elenco delle opere, generando consistenti ricadute diffuse su tutto il contesto socio-economico della portualità della circoscrizione.
A partire dal porto di Arbatax, dove sono già in atto importanti interventi di potenziamento dei livelli di sicurezza. Tra questi il rifacimento dell’impianto di illuminazione portuale, per il quale sono programmati 3 milioni e 100 mila euro, ai quali si aggiungono ulteriori 2 milioni per il rifacimento delle solette della banchina di Riva e per gli interventi di restauro e ripristino della struttura destinata agli uffici operativi dell’Ente. Confermata, per lo scalo ogliastrino, la previsione di opere di banchinamento (20 milioni) e di ripristino della stazione marittima (8 milioni).
A Olbia verrà finanziata una prima quota degli oltre 50 milioni di euro per i lavori di escavo della canala di accesso e delle aree fronte banchina. Altri 11 milioni verranno destinati al completamento di porto Cocciani, con l’infrastrutturazione dell’area sterrata. A questi interventi strategici si affiancheranno quelli legati al più ampio progetto di elettrificazione delle banchine dell’Isola Bianca che, assieme ai precedenti ed agli impianti di Shore-to-Ship Power previsti anche a Golfo Aranci e Santa Teresa, porteranno in Gallura circa 97 milioni di euro. Infrastrutture, ma anche cura del waterfornt, lungo il quale, sempre nel porto olbiese, sono stati stanziati circa 800 mila euro per il ripristino, nel viale Isola Bianca, degli esemplari di palma in sostituzione di quelli ormai compromessi nella stabilità e, quindi, pericolosi per la viabilità portuale.
Presenti in bilancio anche i 47 milioni di euro programmati nello scalo di Porto Torres (escavi, travel lift, Antemurale, mercato ittico ed altre opere manutentive); i fondi, già stanziati, per la portualità di Cagliari, con la previsione per l’ampio processo di trasferimento del traffico ro-ro sul Porto Canale, la creazione del polo della cantieristica e di tutte le opere di mitigazione; 3 milioni su Oristano per la riconversione dell’ex caserma dei Vigili del Fuoco in stazione marittima e uffici dell’AdSP; circa 2 milioni su Portovesme per la manutenzione delle banchine e la realizzazione dell’impianto di videosorveglianza. Altri due milioni verranno ripartiti tra il porto di Golfo Aranci per la pavimentazione portuale, e quello di Santa Teresa, per il potenziamento e l’elettrificazione delle banchine.
“Quello approvato è un pacchetto di investimenti che preme il pedale dell’acceleratore del nostro Sistema portuale – spiega Massimo Deiana, Presidente dell’AdSP del Mare di Sardegna – Oltre 275 milioni di stanziamenti per il triennio 23 – 25 che porta ad oltre 600 milioni il totale degli investimenti programmati per tutti i porti di competenza. Una cifra che candida l’Ente a locomotiva trainante della ripresa economica e del rilancio del territorio di riferimento, ma anche a volano della rivoluzione resiliente sul complesso tema della sostenibilità delle infrastrutture e di una competitività sulla quale, alla luce delle performance dei traffici dell’anno in corso, siamo piacevolmente chiamati ad alzare il tiro”.