• 22 Novembre 2024 07:43

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Amianto sui traghetti Tirrenia. I marittimi scrivono a D’Andrea

Quattro navi nel mirino: “chiediamo sicurezza”

 

La questione dell’amianto a bordo dei traghetti Tirrenia arriva sulla scrivania di Giancarlo D’Andrea. I marittimi imbarcati sulla nave Aurelia hanno spedito una lettera aperta al Commissario Straordinario della società di navigazione di stato chiedendo quali misure di sicurezza intende perseguire per l’incolumità dei lavoratori.

Nella missiva i lavoratori chiedono di conoscere “le condizioni di lavoro nelle quali siamo chiamati a svolgere la nostra attività” e ricordano come “già nell’anno 2000 vi fu una secca smentita da parte della dirigenza della società circa la presenza di amianto a bordo delle navi”.

Il caso nasce dalle segnalazioni – con tanto di foto e video acquisiti dalla procura di Crotone, che ha già un’indagine in corso – del “Comitato Marittimi esposti e vittime dell’amianto” dell’Ona (Osservatorio nazionale amianto).

In un dossier preparato dall’associazione, in particolare, è puntato il dito su ben quattro unità della Tirrenia, tuttora in servizio: Clodia, Aurelia, Nomentana e Flaminia, tutte costruite tra la fine degli anni settanta e l’inizio degli ottanta.

“La cosa che lascia sconcertati – denuncia il documento –  è che già nel 1996 il problema della presenza di amianto sulle navi della Tirrenia era stato messo all’attenzione del Governo. Da allora niente è cambiato, ancora numerose navi di Tirrenia di navigazione sono piene di amianto e non bonificate”.

È anche per far chiarezza su questo punto che un’altra interrogazione è stata promossa, questa volta al Senato, da Dorina Bianchi, componente del Comitato Tecnico Scientifico dell’Ona.

“Secondo le stime di Cnr e Ispesl (ora Inail) – ha spiegato la senatrice – ci sono ancora 32 milioni di tonnellate di amianto sparsi per il territorio nazionale. Purtroppo ancora oggi di mal d’amianto si continua a morire: ogni anno si registrano 5 mila morti a causa dell’esposizione professionale, ambientale e domestica. L’amianto è stato messo al bando nel 1992 attraverso specifiche e rigorose normative, ma ad oggi il problema persiste, in quanto la legge 257/92 non pone un obbligo di bonifica. Infatti ci sono delle maglie nella legislazione che permettono ancora oggi di avere in uso materiali in amianto, esponendo anche inconsapevolmente lavoratori e cittadini”. ©