Il Covid ha rivoluzionato settore del trasporto ferroviario, non basta green pass, serve utilizzo 100% posti, accesso a tutti i treni dell’AV (Italo compreso) con abbonamento e programmazione mobilità
Con la multa da 1 milione di euro inflitta a Trenitalia, l’Antitrust ha messo il dito nella piaga dell’AV, servizio che è rimasto a mercato e, solo per concessione del gestore, riconosce i diritti basilari dei pendolari, come ad esempio sulla tratta Roma-Napoli Caserta, ogni giorno utilizzata dagli utenti che devono recarsi a scuola o al lavoro, dal momento che il concorrente Italo non ammette abbonamenti sui suoi treni. Lo afferma Assoutenti, commentando la sanzione dell’Autorità per inadeguata gestione del traffico pendolare.
“La linea in questione è a mercato e quindi senza le garanzie tipiche del trasporto universale, eppure è una di quelle più utilizzate dai pendolari (come la Torino-Milano o la Milano-Bologna) che ogni giorno si spostano in AV per raggiungere i luoghi di lavoro, utenti che, pur in possesso di regolare abbonamento, non hanno trovato una offerta adeguata alla ripresa delle attività economiche anche perché i titoli di viaggio sono utilizzabili solo sui treni Trenitalia, in quanto Italo non ammette abbonamenti – spiega il presidente Furio Truzzi – Occorre rilevare come l’emergenza Covid abbia messo in evidenza un problema strutturale del diritto alla mobilità e cioè che l’accesso all’alta velocità è diventato un diritto universale da garantire e non lasciare più solo a mercato”.
“Le disposizioni spesso contraddittorie del Governo e delle Regioni in tema di restrizioni legate ai trasporti hanno inoltre aggravato la situazione ferroviaria, e bene sarebbe che per settembre si preveda l’estensione del diritto di abbonarsi su tutti i treni AV e che per questo lo Stato intervenga economicamente onde evitare cancellazioni tipiche della logica di mercato che è poi ciò che è successo lo scorso inverno sulla tratta incriminata” – conclude Truzzi.