Continua il risiko sulla nomina. Messina, intanto, lascia il porto
“Il profilo del prossimo presidente dell’Autorità portuale di Napoli dovrà essere di alta qualità, con forte competenza manageriale e grande esperienza nel settore, all’altezza di uno scalo importante come quello partenopeo”. Paolo Graziano, presidente dell’Unione Industriali, ribadisce la posizione dell’associazione sul successore di Luciano Dassatti. E pianta un paletto nel dibattito aperto nelle ultime settimane sul profilo ideale a guidare lo scalo partenopeo.
Stando ai rumors la corsa ad occupare i piani alti di Piazzale Pisacane si sarebbe ridotta a due dei quattro aspiranti candidati proposti al ministero dei Trasporti alla fine del 2012. Sulla rampa di lancio: Riccardo Villari, politico di lungo corso proposto dalla Provincia. In attesa, l’uomo appoggiato dalla Camera di Commercio, l’Ammiraglio Domenico Picone, già direttore marittimo della Campania. Due prospetti diversi, dunque. Due differenti approcci – emersi in una serie d’incontri promossi dalla comunità portuale nel gennaio scorso – alla gestione di un porto in procinto di ridefinire il suo ruolo nel Mediterraneo grazie ai milioni d’investimenti previsti dal Grande Progetto. Da una parte una direzione politica dell’ente. Dall’altra una gestione “tecnica” delle strutture, garantite dall’esperienza sul campo. Un duello a distanza, quello gestito dal ministro Lupi, che dovrà per forza di cose tenere conto dei delicati equilibri politici nel governo delle larghe intese. Delle mosse di un risiko che si sta giocando su un porto alle prese con situazioni sempre più drammatiche.
L’ultima, in ordine di tempo, la decisione del Gruppo Messina, presente a Napoli dal 1921, di trasferire i propri traffici nella vicina Salerno: 150-180 approdi e un traffico container su rotabili da 50 mila teu persi, stando alle anticipazione del sito Informazioni Marittime, a causa delle difficoltà operative su Calata Pollena e molo Bausan, dove non sempre l’ormeggio è libero.
Uno smacco che conferma, se ce ne fosse bisogno, la necessità di dotare il porto di una guida sicura dopo i continui rinvii. E perfettamente riassunta nelle dichiarazioni di Graziano. “E’ fondamentale – ha spiegato – avere in tempi brevi un’Autorità portuale forte, autonoma e indipendente. La nomina del prossimo presidente, affidata al ministro delle Infrastrutture e Trasporti Maurizio Lupi, avviene in un momento in cui si gioca una partita fondamentale per lo sviluppo della città. Il progetto del Porto è decisivo per Napoli, in considerazione delle consistenti risorse finanziarie attivate e delle opportunità messe in campo. Il ministro ha una facoltà di scelta estremamente ampia e dovrà raccordarsi solo con il presidente della Regione Campania Stefano Caldoro. E’ pertanto necessario che nella selezione dei candidati ci sia il massimo rigore, e che siano presi in considerazione unicamente i requisiti di esperienza nel settore e di competenza manageriale. Le cose da fare sono tante – continua Graziano – e i soldi per realizzarle ci sono. Ora bisogna solo stabilire le priorità e il metodo, per arrivare al più presto all’avvio dei bandi e alla realizzazione delle opere. Il nostro appello è sempre stato indirizzato a fare le scelte in base alle competenze, in modo da valorizzare gli sforzi di tutti gli operatori”.