Assomarinas chiede a gran voce che lo Stato rispetti i patti contenuti negli atti concessori e ne tenga conto in sede di riforma del demanio marittimo Nonostante alcuni segnali di ripresa del mercato i porti turistici, riunitisi in Assemblea a Cecina, richiedono alcuni interventi significativi per recuperare quel calo di fatturato del 40% registratosi negli ultimi anni. L’incremento del 5% dell’attività dei porti turistici nel 2015 è, infatti, da attribuirsi in gran parte all’uscita delle barche dai capannoni e al basso prezzo dell’ usato che ne ha facilitato l’acquisto piuttosto che non alla reale ripresa degli investimenti. A far saltare i piani d’investimento dei porti turistici ha, tra l’altro, ampliamente contribuito la legge 296/2006 che, come ha sottolineato il Professor Zunarelli nel suo intervento, ha ritoccato retroattivamente l’aumento dei canoni demaniali e contro la quale si è reso indispensabile ricorrere alla Corte Costituzionale per la tutela dei patti che il Governo vorrebbe violare. La disposizione, infatti, così come strutturata, determinerebbe l’eliminazione dei benefici connessi alle norme di semplificazione amministrativa e la paralisi degli investimenti già previsti per la riqualificazione, la ristrutturazione e la promozione dei nostri marinas. L’attenzione dell’Associazione si è concentrata, inoltre, sui cambiamenti in materia di politica fiscale per il quale il Professor Vernassa, consulente fiscale di Federturismo Confindustria, ha illustrato le ultime novità. Tra queste innanzitutto: la delega fiscale e i decreti di attuazione che modificano alcuni istituti di base, il cambio delle norme sulla redazione dei bilanci e la sostituzione progressiva del redditometro con il compliance o il ravvedimento operoso lungo. Infine in tema di agevolazioni fiscali Assomarinas ha sottolineato il suo impegno a favore della stabilizzazione della norma, per il momento applicabile fino al 31 dicembre, che prevede per i Marina resort l’aliquota ridotta al 10%.