Nominati anche i componenti Barbara Marinali e Pasquale De Lise
Su proposta del Ministro per lo Sviluppo Economico e Infrastrutture e Trasporti, Corrado Passera, il Consiglio dei ministri ha designato Mario Sebastiani a Presidente dell’Autorità dei Trasporti. Barbara Marinali e Pasquale De Lise sono stati nominati membri della stessa autorità.
Romano, 68 anni, Sebastiani insegna alla Facoltà di Economia di Tor Vergata e dal 1995 al 2001 ha fatto parte dello staff di tre ministri dei Trasporti (Burlando, Treu e Bersani). Nel settore marittimo si è occupato della ristrutturazione del gruppo Finmare e della riforma del regolamento del cabotaggio marittimo.
Barbara Marinali, ha svolto la propria attività nell’ambito della “regolazione prococorrenziale dei servizi pubblici, con particolare riferimento al settore dei trasporti e delle relative infrastrutture” e dal 2009 è Direttore Generale della Direzione Generale per le infrastrutture stradali del Ministero dei Trasporti.
Nato a Boscotrecase (Napoli), Pasquale De Lise è Presidente Emerito del Consiglio di Stato e nel corso di una lunga carriera (è nato nel 1937) ha svolto vari incarichi ministeriali.
Organo collegiale, con una dotazione di 5 milioni di euro coperto mediante corrispondente riduzione del Fondo per interventi strutturali di politica economica, l’Autorità dei Trasporti è competente nel settore trasporti e dell’accesso alle relative infrastrutture e ai servizi accessori. Tra i suoi compiti: garanzia di condizioni di accesso eque e non discriminatorie alle infrastrutture ferroviarie, portuali, aeroportuali e alle reti autostradali; definizione dei criteri per la fissazione di tariffe, canoni e pedaggi; definizione di condizioni minime di qualità dei servizi di trasporto nazionali e locali connotati da oneri di servizio pubblico; regolazione per l’accesso all’infrastruttura ferrovia. Nel settore autostradale, stabilisce, per le nuove concessioni, sistemi tariffari dei pedaggi basati sul metodo del “price cap”.
L’autorità, infine, può irrogare sanzioni amministrative pecuniarie per l’inosservanza di propri provvedimenti o per la mancata ottemperanza alle richieste di informazioni o a quelle connesse all’effettuazione dei controlli, o nel caso in cui le informazioni e i documenti non siano veritieri.
In fase di prima applicazione le sanzioni amministrative pecuniarie sono comprese tra un minimo di 2.500 euro e un massimo di 154.937.069,73 euro. L’ammontare riveniente dalle predette sanzioni è destinato ad un fondo per il finanziamento di progetti a vantaggio dei consumatori dei settori dei trasporti, approvati dal Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, su proposta dell’Autorità.
I primi progetti di istituzione di un’Autorità indipendente di regolazione del settore dei trasporti risalgono alla metà degli anni Novanta quando anche in Italia su impulso della Comunità europea ed in parallelo con l’avvio di un significativo processo di privatizzazione si aprì il confronto sulla liberalizzazione delle Utilities.
Il processo avvenne su impulso della Comunità europea perché fin dai primi anni Novanta la Comunità aveva sposato (ad esempio con la direttiva 1991/440/CEE) un modello di liberalizzazione del settore ferroviario, a partire dal trasporto internazionale merci, fondato sulla “separazione verticale” tra gestione dell’infrastruttura (da mantenere in monopolio) e gestione dei servizi (da aprire progressivamente alla concorrenza), il che implica ovviamente la presenza di un’Autorità di regolazione indipendente.